Essere capitale della cultura vuol dire aprirsi, fisicamente, al mondo. Come progetterete il 2023 considerando la voglia delle persone di vivere una normalità che speriamo ritrovata?
Con il sostegno della Fondazione Cariplo stiamo sviluppando il progetto Filo naturale che è una strategia di transizione climatica pensata per cinque anni e oltre, puntando tra le altre cose su più verde in città. Per Brescia, attività all’aperto vuol dire itinerari che coniugano storia, patrimonio e ambiente, vuol dire valorizzare ancora di più il nostro magnifico Castello, significa inventare nuove funzionalità per gli spazi pubblici centrali e di quartiere, significa archeologia e mostre diffuse come quella di successo dedicata a Mimmo Paladino nel 2017. Già questa primavera, per fare un caso, avremo le incursioni artistiche di Francesco Vezzoli nelle aree archeologiche. Tengo però a ribadire anche l’importanza del digitale, che è stato ed è tuttora un’ancora di salvezza che non abbandoneremo neanche dopo la fine della pandemia. Perché ci mette in connessione con la provincia e con il resto del Paese.