L’allestimento potrebbe restituire un modello da riproporre con altre modalità in altre sedi?
Il progetto di allestimento, presso Villa Caffarelli a Roma, ha rappresentato una soluzione unica, difficilmente riproducibile in altre situazioni perché concepito in dialogo con il luogo e la storia del luogo stesso, ispirandosi alla città e al sito del Monte Capitolino, di cui anela a diventare una ulteriore stratificazione.
La prima idea, non realizzata, è stata quella di esporre i marmi sulle fondazioni in blocchi di cappellaccio dell’Aedes Iovis Optimi Maximi Capitolini, ancora visibili sotto al pavimento di Villa Ioannes Petrus Cafarellius; mentre la seconda idea, poi realizzata, è stata quella di esporre i marmi su pavimentazioni in mattoni di argilla, sia in riferimento alle architetture romane in laterizio, sia in riferimento alle fondazioni in pietra dell’edificio capitolino.
Quali altri input ha seguito la narrazione?
Il Catalogo a stampa della Collezione Torlonia, redatto dal Principe Alessandro Torlonia nel 1875, nel quale le sculture vengono rappresentate su uno sfondo nero, ha suggerito di seguire una esposizione nella quale astrarre le opere per esaltarne carattere e dettagli.
Scegliendo una rappresentazione organizzata non per tipologia ma per acquisizione, allo sfondo neutro, il denominatore, sono stati accostati anche sfondi colorati, i numeratori, cinque capitoli che narrano l’evoluzione della collezione dei marmi nel tempo.