Che attività state svolgendo come ADI sul fronte della valorizzazione della ‘memoria’?
Come associazione abbiamo proposto un coordinamento delle fondazioni dei maestri del design: Franco Albini, Achille Castiglioni, Vico Magistretti e altre. Diverso è il lavoro del Museo, che ha un patrimonio come la collezione del Compasso d’Oro da raccontare a un pubblico più allargato. Per questo, un anno fa, insieme alla Fondazione Triennale e alla Fondazione Musei di Impresa di Assolombarda, abbiamo dato vita a Musei Design Milano di cui è attualmente presidente Antonio Calabrò di Assolombarda. Un progetto condiviso da tre realtà che dialogano con Comune di Milano e a Regione Lombardia per poter organizzare un percorso comune.
Prendiamo per esempio un oggetto come la lampada Arco di Achille Castiglioni, che è nelle collezioni sia di ADI che di Triennale. Mettendoci insieme e facendo un lavoro programmato possiamo individuare delle modalità diverse di esporlo e di raccontarlo, si crea un circuito e una narrazione più articolata dello stesso prodotto. Noi puntiamo su un pubblico molto allargato per esempio, per cui lo storytelling di un oggetto è molto importante.