La sua ultima fatica, è il pretesto per una intervista con lui sul suo modo di intendere il design, sulle sue collaborazioni con Cini Boeri e Gillo Dorfles, sul suo lavoro...
Quando ti sei avvicinato al mondo del design e quando è diventato il tuo lavoro?
Fin da piccolo mi divertivo a trasformare e a costruire qualsiasi cosa. Il laboratorio del mobilificio di mio padre era per me una fonte d'ispirazione per mille sperimentazioni. Così mi sono appassionato al “progettare”, al “creare”: forse quello che facevo, in un certo senso, era già design. Successivamente tutto questo è diventato realtà: ho iniziato a realizzare i miei primi progetti andando nelle aziende, nelle officine, dai costruttori e lavorando a diretto contatto con loro. Allo stesso tempo, le aziende hanno iniziato a produrre i miei progetti. Non credo ci sia stato proprio un momento preciso nel quale è diventato il mio lavoro: è stata più un’evoluzione naturale del mio percorso.