A un anno dall’esordio dei Formafantasma alla direzione creativa di Rubelli, Nicolò Favaretto Rubelli, CEO del Gruppo e quinta generazione della famiglia veneziana, traccia la mappa dei cambiamenti

Rubelli è da sempre Venezia (dal 1889) ma “Venezia è un po’ isolata, defilata. Ci vuole qualcuno che ci aiuti a raccontarci e a far capire al mondo che Rubelli non è solo un’azienda storica”.

Da queste premesse ha preso l’avvio la collaborazione con lo studio Formafantasma, fondato da Andrea Trimarchi e Simone Farresin e caratterizzato dal forte orientamento alla ricerca.

L’incontro con Formafantasma

“Quando si cambia lo si deve fare ad alta voce” afferma Nicolò Favaretto Rubelli a proposito dell’esigenza di “fare qualcosa di un po’ drastico” e quindi di trovare chi li aiutasse a raccontarsi e a far capire al mondo la vera identità dell’azienda.

“Quando coinvolgiamo clienti e professionisti – spiega Favaretto Rubelli - si appassionano a questo mondo (del tessile). È successo con designer come Paola Navone, Luca Nichetto e Peter Marino: si sono innamorati della collezione.

In questo caso la nostra idea è stata quella di puntare su qualcuno che fosse complementare e al contempo diverso da noi. Ovvero: se noi siamo gli esperti del tessuto, vogliamo degli esperti del modo esterno al nostro.

Così, dopo molto studio, abbiamo individuato i Formafantasma. Ed è stato amore a prima vista”.

Cosa intende per diverso?

Nicolò Favaretto Rubelli “La maggior parte delle persone percepisce Rubelli come un'azienda classica, mentre i Formafantasma sono giovani, alternativi, concettuali. Visti dall'esterno, siamo piuttosto diversi: è un abbinamento inatteso.

Se il loro contributo è più comprensibile per il mondo Kieffer, con Rubelli non è altrettanto immediato e in molti si sono chiesti cosa c'entrassero con noi…

Lavorare con loro è un piacere proprio perché sono molto aperti, innamorati di quello fanno, per nulla ‘prime donne’. Sono portatori di reale valore aggiunto”.

Qualche risvolto inatteso di questa collaborazione?

Nicolò Favaretto Rubelli: “I Formafantasma hanno ricevuto l’incarico per la direzione creativa di Rubelli con l’obiettivo uscire dalla nicchia privilegiata, dal meraviglioso isolamento veneziano e dall’immagine di azienda del passato che ci stava troppo stretta, per condurci nel mondo contemporaneo e allargare il mercato.

Io ero concentrato su Rubelli e la sorpresa è stato il loro manifesto interesse verso Kieffer, marchio che hanno sentito affine. La loro decisione di lavorare anche su Kieffer è stato un ‘bonus’ che mi hanno regalato.

La serietà del loro approccio ha fatto sì che restassero dietro le quinte per un anno, per capire appieno la nostra realtà. Sarà quindi la collezione 2024 la prima a portare il loro nome".

Kieffer

Rubelli ha acquisito il marchio della designer alsaziana Dominique Kieffer nel 2001, lasciandole la direzione creativa, successivamente passata a Paola Navone.

“Con l'ingresso di Formafantasma alla direzione creativa – racconta Favaretto Rubelli - abbiamo avviato una seconda linea, consapevoli che il marchio stava perdendo la sua ragione d'essere e ne andava reinventata l’identità. Con il loro contributo siamo ripartiti quasi da un foglio bianco”.

Il Manifesto di Kieffer by Formafantasma

Fra le prime cose che i Formafantasma hanno fatto è stato scrivere il Manifesto di Kieffer, che è la seconda collezione del gruppo Rubelli.

Ecco alcuni dei principi elaborati dai direttori creativi: “Kieffer è un atelier che promuove il rispetto, l’amore e la sperimentazione dei tessuti. Il marchio si evolve dalla competenza del Gruppo Rubelli ampliandone l’offerta e contribuendo alla ricerca tessile, rispetta l’eredità del passato e in egual misura abbraccia le potenzialità del presente.

Kieffer vede il tessuto come l’interfaccia privilegiata per l’esplorazione tattile degli ambienti domestici… sa aver cura della qualità, della durabilità, delle nuance, dei processi produttivi… Kieffer viene prodotto nella manifattura Rubelli e in altre tessiture nei pressi del Lago di Como, ma sa aprirsi al mondo quando necessario”.

Il contributo di Martino Gamper

Un aspetto molto importante per il Gruppo Rubelli era quello di sottolineare come la direzione creativa da parte dei Formafantasma si esprimesse non solo nelle collezioni tessili, ma anche nella progettazione degli showroom monomarca di Parigi e Milano, nell’immagine coordinata e nel coinvolgimento di nuovi designer come Martino Gamper.

“La collaborazione con Martino Gamper – spiega Favaretto Rubelli – nasce perché Rubelli, oltre al marchio Kieffer, ha la linea Rubelli Casa, che abbiamo voluto riorganizzare e rendere più coerente.

Il prodotto più iconico fino a quel momento era la poltroncina Pila 47 disegnata da Nava+Arosio Studio, un oggetto molto particolare, tutto tessile. Ho voluto fare qualcosa di inatteso e individuare chi potesse realizzare una seduta che fosse tessile ma più elegante della Pila 47 che è molto casual.

Dal brain storming con Formafantasma è emerso il profilo di una persona che fosse designer, ma anche artista e al contempo molto concreta. Così è nata la collaborazione con Martino Gamper, personaggio fenomenale con il quale ci è piaciuto molto lavorare e che ha saputo portarci nuovi stimoli”.

Il progetto di Figura permette infatti di raccontare anche il tessuto e farne capire l’importanza. La sua peculiarità è che, per prendere forma, richiede l’intervento creativo dell’utilizzatore finale”.

Figura è infatti una poltrona modulare che può essere composta combinando a piacimento seduta, schienale, braccioli e fianchi. Quattro elementi che, interamente rivestiti in tessuto, vengono proposti in tre differenti forme ciascuno: alcune angolari e spigolose, altre più morbide e corporee.

I prossimi passi?

Nicolò Favaretto Rubelli: “Siamo ai cancelli di partenza con il rilancio di Kieffer, con una collezione – di cui siamo entusiasti - che è un'evoluzione delle glorie della Kieffer dei tempi d'oro e verrà presentata a settembre 2024”.