“Più che un semplice progetto di arte pubblica, SuBrixia è un esempio di mostra in fieri, dove ognuna di queste stazioni è intesa come una stanza di un museo immaginario”, spiega Lo Pinto, abituato a trasformare i musei in magazine da sfogliare.
“Quella di Andreas Angelidakis non è solo la quarta opera, ma la quarta stanza. Tutti gli artisti sin qui coinvolti, sono stati scelti perché testimoni di un modo preciso di interpretare lo spazio di confine. Per ciascuno di loro l’arte che abbraccia gli spazi al margine, non è una forma di decorazione sofisticata, ma la possibilità di entrare in dialogo con un luogo che, se pur interstiziale, appartiene alla nostra quotidianità. Il loro intervento lo ‘scalda’ per restituircelo come familiare”.
Andreas Angelidakis, come già Nathalie Du Pasuquier nella stazione della metropolitana Vittoria, è un artista fuori formato: architetto per formazione, usa l’architettura come medium per farci riflettere sulle alterazioni percettive prodotte da un’opera calata in una dimensione altra, sia essa reale o digitale: “tra l’altro questa è la prima opera pubblica permanente di Andreas”.
Quindi ciò a cui assisteremo, attraversando l’approdo, è un’esperienza davvero molto speciale, anche perché è gratuita, disponibile e aperta a tutti.