L’artista Andreas Angelidakis trasforma lo spazio della fermata metropolitana di Bresciadue in stanza di un museo

Brescia e il suo dialogo aperto tra arte contemporanea e infrastrutture della mobilità: non è un caso che all’inaugurazione di Brixiadue, il monumentale intervento site specific che Andreas Angelidakis ha concepito per l’ingresso della stazione Bresciadue, in via Cefalonia, la Sindaca Laura Castelletti si sia espressa con entusiasmo.

L’intervento dell’artista greco, che ha vestito i contrafforti della metropolitana di gommapiuma e pvc per evocare le colonne di un antico sito archeologico, è il quarto in ordine di tempo: sulla Linea 1, nelle fermate metropolitane di Stazione Fs, Stazione San Faustino e Stazione Vittoria, nel 2015, 2016 e 2022 sono planate infatti le opere di Marcello Maloberti, Patrick Tuttofuoco e Nathalie Du Pasquier.

L’operazione SubBrixia, curata da Luca Lo Pinto con 'Nero', promossa da UBI Fondazione CAB, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, realizzata con Gruppo Brescia Mobilità e Comune di Brescia è al centro dell'agenda politica e amministrativa locale: nata su sollecitazione dei galleristi e mecenati Chiara Rusconi e Massimo Minini, con l’apporto di Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei, ha il compito di avvicinare i cittadini alla cultura.

L’arte pubblica nei luoghi di transito è un esempio educativo particolarmente efficace e uno strumento sul quale le amministrazioni italiane stanno investendo con slancio.

SuBrixia è un esempio emblematico dell’impegno della nostra comunità che, anche in occasione di quest’ultima tappa ha visto la partecipazione di curatori e artisti insieme alle nostre imprese e ai nostri artigiani.

Due anni di lavoro inteso in cui Brescia ha consolidato il legame tra cultura e territorio e dato forma alla sua vocazione imprenditoriale.

Credo il progetto suggerirà ai passeggeri di guardare la stazione con occhi diversi: non più come luogo di transito, ma anche di riflessione. Qui, come fossero in un sito archeologico, potranno riscoprire il fascino delle rovine, quindi del passato e della loro storia”, ha dichiarato affascinata la Sindaca.

“Più che un semplice progetto di arte pubblica, SuBrixia è un esempio di mostra in fieri, dove ognuna di queste stazioni è intesa come una stanza di un museo immaginario”, spiega Lo Pinto, abituato a trasformare i musei in magazine da sfogliare.

“Quella di Andreas Angelidakis non è solo la quarta opera, ma la quarta stanza. Tutti gli artisti sin qui coinvolti, sono stati scelti perché testimoni di un modo preciso di interpretare lo spazio di confine. Per ciascuno di loro l’arte che abbraccia gli spazi al margine, non è una forma di decorazione sofisticata, ma la possibilità di entrare in dialogo con un luogo che, se pur interstiziale, appartiene alla nostra quotidianità. Il loro intervento lo ‘scalda’ per restituircelo come familiare”.

Andreas Angelidakis, come già Nathalie Du Pasuquier nella stazione della metropolitana Vittoria, è un artista fuori formato: architetto per formazione, usa l’architettura come medium per farci riflettere sulle alterazioni percettive prodotte da un’opera calata in una dimensione altra, sia essa reale o digitale: “tra l’altro questa è la prima opera pubblica permanente di Andreas”.

Quindi ciò a cui assisteremo, attraversando l’approdo, è un’esperienza davvero molto speciale, anche perché è gratuita, disponibile e aperta a tutti.

Rivestite in lana di roccia e pvc, le colonne ioniche di Angelidakis restituiscono della struttura di acciaio della MM una dimensione in cui il tempo non è più lineare, in cui il vecchio diventa nuovo e l’immaginazione, realtà: morbide e sospese in uno strano limbo tra lo spazio digitale e analogico, le ‘soft column’ sembrano sorreggere il cielo.

“Ovviamente il bello di quest’opera è che pur apparendo molto semplice, nasconde una sua complessità, tecnica e concettuale”, puntualizza l’artista senza svelare i dettagli.

La sua ricerca è un affondo nella fisicità dei volumi architettonici che vengono trattati come fossero gli elementi virtuali di un videogioco: “L'idea è sfidare la percezione e usare la realtà come filtro della fantasia”, un ribaltamento concettuale che ci restituisce una nuova immagine del mondo. E della mobilità un’occasione di apprendimento.