“Il mio lavoro è insegnare a usare il digitale per cambiare i propri processi mentali. Lavoro sempre con persone creative, che però non riescono a vedere nei mezzi che hanno a disposizione un invito a usarli in modo personale. A metterci del proprio. I social, ad esempio, funzionano quando tu funzioni. Non c’è nessuna ricetta segreta, a parte se stessi”. Quindi cosa impedisce di cogliere l’opportunità di essere e fare ciò che si desidera? “È comodo pensare che niente possa cambiare perché siamo vittime delle circostanze. Ma questo momento storico è ideale per inventarsi persino come usare la tecnologia. Dopo l’alfabetizzazione digitale, ci vuole un’alfabetizzazione creativa. Il problema è che tutto questo ci mette davanti alla libertà di manifestarci e di esprimerci. Una possibilità che fa una paura tremenda” conclude Mafe.
Siamo fragili, sappiamo poco, non riusciamo a immaginare il futuro da qui a qualche mese. Ma possiamo decidere di essere veloci o lenti, digitali o analogici. Di sicuro l’esistenza di questi tempi è una sovrapposizione innegabile di entrambe le cose.
In apertura, Pipilotti Rist, Cinquante Fifty. Ph. Courtesy Castello di Rivoli.