La grande sfida che chiamiamo transizione energetica, e cioè il passaggio verso un consumo di energia prodotta da fonti rinnovabili e non fossili, si scontra con due grossi problemi.
Il primo è oggettivo: le energie rinnovabili, come l’eolico e il fotovoltaico, sono difficili da immagazzinare, e dunque vanno consumate entro poco tempo dal loro accumulo.
La seconda questione è forse ancora più complessa, perché riguarda da vicino noi stessi, i consumatori, con le nostre pigrizie e una propensione al cambiamento tutta da incoraggiare. In molti casi, forse da inventare.
Per questo, sono una novità in crescita e tutta da seguire nei loro sviluppi le comunità e i distretti energetici, quelle realtà che trasformano un gruppo di persone, un condominio o un intero quartiere, in una mini centrale dove l’energia non è più soltanto qualcosa da comprare, ma da produrre e mettere in circolo, appunto, per la comunità.