Oltre l’effetto gadget, verso l’interoperabilità
“Il nostro lavoro è quello di superare ‘l’effetto gadget’ che purtroppo vivono molti dispositivi della smart home”, continua il responsabile dell’IoT Lab del Politecnico di Milano. “Tutti noi compriamo molti dispositivi ma una volta concluso l’effetto di novità li accantoniamo e se continuano a funzionare lo fanno in una modalità a se stante e non integrandosi all’interno di un sistema comune”.
Nel 2018 l’attività del team del laboratorio aveva visto lo sviluppo di sette use case che miravano a fare abilitare diversi ambiti: la sicurezza, il comfort e i servizi di assistenza alla persona. La ricerca è proseguita e lo scorso anno l’IoT Open Lab ha cambiato formato. Il laboratorio è stato aperto agli studenti ed è stato realizzato un Hackathon in collaborazioni con le aziende partner. Un evento al quale hanno partecipano esperti di diversi ambiti disciplinari dell'informatica: sviluppatori di software, programmatori e grafici.
“Abbiamo lavorato a nuovi use case”, racconta Cerutti, “Uno dedicato al supporto ai genitori in smart working; una soluzione di assisted living per i bambini. Attraverso videocamere, prese smart e sensori volumetrici si possono mettere sicurezza le aree della casa. Il secondo use case è un nuovo sistema di controllo accessi e di monitoraggio pensato per gli edifici”.