On line o su un palco, l’architettura si insegna fuori dalle aule
“Ho cominciato a insegnare in scuole e università minori” ricorda Blumer. “Avevo una certa libertà di scelta, che mi ha spinto a portare in aula degli esercizi che mi sembravano importanti. L’architettura ha un aspetto pubblico, di relazione. Ho portato i ragazzi fuori dalle aule, all’aperto, sulle spiagge, nelle piazze”. Gli esercizi e le pratiche che poi sono diventate performance, sperimentazioni fisiche, in cui il corpo, inteso come organismo individuale e collettivo, misura l’esperienza e la traduce in informazione.
La parte istrionica, anche nel caso di Blumer dimostra la propria efficacia. “Sono affascinato dal circo” spiega. “Una circonferenza di 7,5 metri quadrati in cui accade tutto, attraversato a spinte trasversali, dalla forza centrifuga, dalle dinamiche che non sono percepite dallo spettatore, ma che influenzano ogni scelta spaziale”.