Plastica e legno, tra le filiere più virtuose confermano che il riciclo segue una nuova strada che mette l'Italia tra i paesi più all'avanguardia in tema di economia circolare. Grazie al connubio tra innovazione e design

Ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Lo dice, senza ombra di dubbio, l’IPPR - Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo che ogni anno rileva i numeri relativi all’impiego di plastiche riciclate per produrre nuovi manufatti. Nel 2019 l’industria di trasformazione nazionale ha utilizzato circa 1,175 milioni di tonnellate di polimeri rigenerati, con un incremento del +4,4% rispetto al 2018 (e +14,6% rispetto al 2015).

Sono numeri che confermano la direzione verso modelli di economia circolare e che si riflettono nella quantità di aziende che richiedono per i loro prodotti il marchio Plastica Seconda Vita: oltre 3700.

Ma cosa c'è dietro il riciclo? Come si passa da uno scarto a un materiale rigenerato, in grado a sua volta di generare valore? Come spesso avviene quando si parla di economia circolare, la risposta è in una sola parola: innovazione.

Basti il caso di NextChem, azienda del Gruppo Maire Tecnimont, che sviluppa un’ampia gamma di tecnologie che producono risultati positivi in termini di decarbonizzazione e consentono di recuperare materiali che verrebbero altrimenti mandati in discarica o smaltiti per incenerimento. La società ha sviluppato soluzioni all’avanguardia che consentono di riciclare in modo fisico le plastiche rigide che derivano da scarti e postconsumo industriale, per esempio dalla filiera dell’auto e degli imballaggi, generando materiali nuovi.

L’impianto di Bedizzole, in provincia di Brescia, produce 40mila tonnellate l’anno di polimeri riciclati che vanno a sostituire in molti comparti i materiali vergini.


La differenza rispetto a un riciclato tradizionale è fondamentale alla filosofia dell'economia circolare, alla cui base c'è l'idea che il valore già in circolo non venga mai disperso. La tecnologia in questione, che si chiama MyReplast, permette infatti di ottenere attraverso il riciclo materiali con caratteristiche chimico-fisiche e proprietà meccaniche simili a quelle dei polimeri vergini di origine fossile. Un approccio non a caso chiamato di Upcycling.

Il design ha un ruolo importante anche nel processo del riciclo della plastica. Le plastiche riciclate, infatti, vengono ora prodotte sulla base delle richieste del mercato in termini di performance: il materiale viene letteralmente progettato.

La personalizzazione che la progettazione permette in termini di performance ha una ricaduta anche sull'estetica del riciclato. Ora i materiali recuperati possono essere anche belli, adatti alle nuove applicazioni. NextChem riesce a differenziare le plastiche anche per colore e sta sviluppando nuove gamme cromatiche e texture, così come nuove traslucenze e opacità.

Il materiale riciclato ha la stessa forma (piccole sfere) di quello vergine che viene abitualmente inserito negli impianti per lo stampaggio. In merito alle applicazioni, le resistenze, l’elasticità, le texture di superficie rendono adatte queste materie prime seconde per utilizzi molto diversi. I polimenti di NextChem tornano nell’arredo anche per esterni, nell’automotive, nella produzione di accessori per molti settori, nei tessili per l’edilizia, negli imballaggi per frutta e verdura, nella costruzione di cisterne e dei grandi imballaggi industriali.

La società si occupa anche di plastiche non riciclabili e prodotti multistrato (come gli involucri alimentari) che vengono trattati con la tecnologia Waste to Fuel.  Dal rifiuto ottengono prodotti combustibili per l’industria e la mobilità, e anche per l’industria del mobile. Il metanolo, per esempio, viene realizzato attraverso questo processo di riciclo chimico e utilizzato nei processi produttivi di alcuni materiali di rivestimento del settore arredo.

Legno riciclato, una nuova economia

Il sistema del recupero e del riciclo del legno in Italia rappresenta un esempio concreto di economia circolare e in poco più diventi anni ha creato una nuova economia, con una percentuale del 63% nel riciclo degli imballaggi di legno, ben oltre il target fissato dall’Unione Europea al 30% per il 2030.

Il Consorzio Rilegno gestisce una filiera con 2000 consorziati, 419 piattaforme di raccolta private, 15 impianti di riciclo. Ogni anno raccoglie e avvia a riciclo quasi 2 milioni di tonnellate di legno che è costituito per la gran parte da pallet, imballaggi industriali, imballaggi ortofrutticoli, mentre una quota importante, pari a 676mila tonnellate, proviene dalla raccolta urbana realizzata attraverso le convenzioni attive con oltre 4500 comuni italiani.

Conferma Nicola Semeraro, presidente di Rilegno: “Negli impianti di riciclo il legno intraprende un nuovo ciclo di vita, diventando ancora una volta materia prima. Questo è un materiale che incarna appieno i principi dell’upcycling. Il 95% del legno riciclato viene infatti utilizzato per la creazione di pannelli truciolari, linfa vitale per l’industria del mobile; poi nobilitati per andare a offrire una gamma d’eccellenza di finiture e texture di assoluto appeal estetico e innovative nelle performance. I rifiuti, ridotti di volume, vengono trasportati alle industrie del riciclo, dove il legno, pulito e ridotto in piccole schegge, diventa rinnovata materia prima anche per il circuito produttivo industriale: pannelli ma anche pasta cellulosica per cartiere e blocchi di legno-cemento per la bioedilizia”.

“Nella sfida della sostenibilità degli imballaggi la prevenzione è al primo posto nelle indicazioni date dal Decreto Ronchi”, conclude il presidente di Rilegno. “Un esempio virtuoso è quello della rigenerazione e riutilizzo dei pallet, processo attraverso il quale l’imballaggio viene verificato e riparato con l’obiettivo di immetterlo nuovamente sul mercato per essere riutilizzato”.

Nel 2019 sono stati rigenerati 839mila tonnellate di pallet, pari a circa 60 milioni di unità con un impatto economico sulla produzione nazionale delle attività della filiera pari a circa 607 milioni di euro, con 4.245 posti di lavoro complessivamente sostenuti in Italia.