Quattro progetti di collaborazione virtuosa tra aziende dell’arredo e centri di ricerca. Dagli studi applicati sui materiali alternativi sono nate innovazioni di prodotto e di processo. All’insegna della sostenibilità e dell’economia circolare

Design insieme alla biotecnologia, aziende dell’arredo con centri di ricerca per trovare inediti paradigmi di progetto attraverso cui non solo limitare lo sfruttamento di risorse energetiche e ambientali, ma anche inventare nuovi materiali a partire dagli scarti, innescando processi produttivi più virtuosi. Perché la ricerca di materiali alternativi sostenibili deve tradursi, per le imprese, in azioni concrete, capaci di ripensare intere filiere.

Lo sa bene Cassina, che nel 2020, grazie alla collaborazione tra il suo Centro Ricerche e Sviluppo e Poli.design, ha presentato una serie di imbottiti che impiegano microsfere brevettate BioFoam con base organica da biopolimeri, imbottiture in fibra soffiata da PET riciclato al 100% e poliuretani espansi con percentuale di polioli derivanti da fonti biologiche. Materiali che andranno progressivamente estesi a tutto il catalogo dell’azienda. “Abbiamo voluto riesaminare il concetto dell’innovazione”, spiega Luca Fuso, ceo Cassina, “applicando come standard ai nostri arredi nuovi materiali ecosostenibili, perché è importante iniziare a cambiare l’approccio produttivo e pensare a metodi alternativi e validi che possano influire sul nostro futuro”.

Secondo il professore Davide Bruno, delegato della Scuola del Design per i concorsi e lo sviluppo di creatività per le imprese, “si tratta di saper scegliere materiali compatibili e naturali che sono già alla portata di tutti, ma che devono essere modificati in funzione degli obiettivi parametrico / dimensionali da perseguire. Nel caso degli imbottiti, i parametri consentono di controllare i comportamenti dei materiali rispetto al comfort e alle loro prestazioni nel tempo, anche per ridurre l’obsolescenza, talvolta programmata, dei materiali”.

“Sviluppare nuovi metodi di produzione con materiali sostenibili”, continua Fuso, “vuol dire stimolare un cambiamento radicale nel modo in cui gli arredi vengono concepiti e poi realizzati. E questo deve essere studiato con attenzione per apportare le modifiche necessarie sia internamente che nella filiera”. Ma “la filiera dell’imbottito”, precisa Bruno, “segue spesso la prasseologia dell’efficienza, di economie di scala o i modelli competitivi di un mercato sempre più esigente. Difficilmente si è andati verso una diminuzione della complessità. Invece oggi ci si deve porre la questione in termini differenti: nell’ottica di riuso e circolarità di sistema, della riduzione alla minima forma possibile dei materiali, per tipo e per famiglia”.

È il caso della poltroncina Dudet di Patricia Urquiola per Cassina, disegnata sulla base di elementi facilmente scorporabili, permettendo di dividere l’anima metallica dall’imbottitura e facilitando sia lo smaltimento differenziato sia il riciclo dei materiali nobili. Bruno sottolinea l’importanza di favorire, tra imprese e istituzioni, la cosiddetta ‘costellazione del valore’: “Percorrere con perseveranza un tragitto, senza mai dimenticare che abbiamo bisogno di solide relazioni, di metodo e, ogni tanto, di un po’ di fatalismo”.

La collaborazione tra aziende e centri di ricerca o università può tradursi in applicazioni industriali anche in seguito a percorsi più sperimentali, come quando Massimo Gatelli, amministratore delegato di Milleforma, azienda di rivestimenti decorativi acustici in materiali sostenibili a base di cellulosa (cascame) di cotone, incontra la professoressa Anna Barbara del Lab.I.R.Int, il Laboratorio di innovazione e ricerca sugli interni del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano. L’innovazione, oggi in fase di ingegnerizzazione, interviene in una fase dell’attuale processo produttivo in cui vengono aggiunti dei coloranti naturali a base di hennè, fondi di caffè o spirulina, che dotano i pannelli di un sentore olfattivo. “L’unione tra estetica e proprietà olfattive”, spiega Gatelli, “rappresenta una differenziazione di prodotto che può aprirci nuovi ambiti di applicazione, come il settore casa, in una fascia di mercato medio-alta, mantenendo la natura sostenibile dei nostri prodotti”. “L’olfactive design”, conclude Barbara, “è una novità assoluta in termini di potenzialità progettuale, per controbilanciare lo strapotere attribuito alle proprietà visive esaltando quelle olfattive, primarie e profonde, capaci di trasportarci emotivamente altrove”.

Milleforma partecipa alla mostra “MatRes” nel Padiglione Italia alla XVII Biennale di Architettura di Venezia insieme a un altro progetto dell’azienda di moda Alessandro Simoni, implementato dal team di Anna Barbara. Si tratta di Amotex, un tessuto tecnico a base di lana vergine riciclata dagli scarti di produzione interna e del fashion system italiano e intrecciata con un microfilamento metallico, capace di difendere dalle onde elettromagnetiche, che può essere lavorato a maglia con fibre naturali o sintetiche. Con il Politecnico l’azienda sta sviluppando delle applicazioni del materiale negli interni, come per tappeti, ma anche divisori e paraventi in grado di creare zone di protezione dai raggi elettromagnetici, contribuendo così a un nuovo posizionamento del brand in nuovi mercati.

A proposito di filiere alternative per il settore dell’arredo, paradigmatico è uno degli esiti del progetto di ricerca europeo Rinascimento che, avendo come come capofila Fater, leader nel mercato italiano dei prodotti assorbenti per la persona, vede lo sviluppo sperimentale di nuovi materiali a partire da pannolini e assorbenti post-consumo e post-industriali attraverso l’utilizzo della nuova tecnologia di riciclo brevettata da FaterSMART, che trasforma materie prime seconde come polietilene e polipropilene, cellulosa e polimeri super-assorbenti, in materiali adatti a settori quali il calzaturiero, l’arredo o l’automotive. Da questo nuovo materiale di riciclo e circolare è nata una prima applicazione nell’arredo per l’azienda materana Egoitaliano, sviluppata dall’Università di Salerno e dal Cetma (Centro di ricerche europeo di tecnologie, design e materiali) di Brindisi per la parte dell’ingegnerizzazione del processo di termoformatura. La poltroncina Coconut presenta il posteriore curvo e il poggiatesta nel nuovo compound, sostituendo con un materiale riciclato il legno o il metallo solitamente impiegati per componenti dalla superficie estesa. Il partenariato di imprese e centri di ricerca di Rinascimento ha il merito di creare una rete in cui tutti gli attori, in settori chiave del made in Italy, rispondono a quesiti applicativi specifici, accelerando la verifica della fattibilità del processo di filiera e della reale applicabilità del materiale in progetti industriali scalabili e design driven.