Diverso è il discorso per la realtà virtuale che, soprattutto a seguito della pandemia, è sempre più sinonimo di evasione. E così i videogiochi, tanto screditati prima dell’epidemia Covid-19, ricevono la benedizione dell’OMS con la campagna #PlayTogetherApart che li promuove per il loro potere terapeutico di evasione. I games, infatti, garantiscono un potere terapeutico in quanto strumento di distrazione dalla realtà e mezzo di comunicazione sociale, permettendo di rimanere in contatto con i propri amici nelle diverse modalità multiplayer online. Ecco quindi che la tecnologia diventa una vera e propria via di fuga dall’isolamento forzato, che stimola l’immaginazione. Non caso, il lockdown, ha stimolato il rilancio del sito di Second Life, nato nel 2003 dalla società Linden Lab, che proponeva un ambiente virtuale pioniere della realtà 3D. Regioni da esplorare, eventi a cui partecipare, chat pubbliche e private, una valuta virtuale, con un avatar (il residente) a cui dare le nostre sembianze (oppure no). Oggi si legge sul sito un passo in più legato alla situazione mondiale: “Il lavoro a distanza si ridefinisce. Second Life offre una soluzione sicura e divertente per incontri virtuali, corsi e conferenze". Proponendosi quindi anche come piattaforma di meeting di lavoro o lezioni online. Ovviamente abbiamo molti strumenti, come Zoom, Skype o Google Hangouts, sviluppati per semplificare l’incontro tra persone, ma le tre dimensioni di Second Life possono fare qualcosa in più: creare aggregazione, realizzare progetti più complessi, interattivi e creativi. E per tuffarsi nel magico mondo di Second Life, basta un semplice PC e una connessione internet.