Dodici i premi alla carriera, fra nazionali e internazionali. Anche qui la selezione è rigorosa e incontestabile. Gli italiani sono: Gilda Bojardi, Marco Ferreri, Carlo Forcolini, Carlo e Piero Molteni, Anty Pansera, Eugenio Perazza, Vanni Pasca e Nanda Vigo. La tentazione è di chiedersi chi si potrà premiare fra due anni: “Quello alla carriera è un premio che dovrebbe riconoscere persone nel pieno della loro attività” commenta Virginio Briatore. “Un peccato attendere così tanto per premiare Nanda Vigo, ad esempio”.
I premi internazionali vanno a Emilio Ambasz, Nasir e Nagis Kassamali e Jasper Morrison che, un po’ come Bob Dylan, non si è presentato a ritirare il Compasso d’Oro. Designer ritroso e discreto, la sua assenza in fondo non sorprende. Chiosa Virginio Briatore. “Ci sono premi che forse non vale la pena di ritirare, ma il Compasso d’Oro ha un peso, una storia. I progetti passano per tante giurie e, spesso, proposte scartate ai primi passaggi vengono riprese all’ultimo. È un percorso lungo, due anni che danno il tempo anche di capire meglio la vita di un prodotto”. O il paradigma professionale di chi ha dedicato una vita al design.