Ogni giorno, nell’emisfero boreale, il sole nasce a est, e, restando sempre nella metà a sud del cielo, dona una quantità maggiore di luce a ciò che è rivolto a meridione. Lo sanno bene le piante, che crescono più rigogliose sul lato a sud di boschi e di edifici. E lo sapevano bene i costruttori di chiese medievali, che orientavano a est le absidi delle loro costruzioni e i restanti volumi di conseguenza, così che i frequentatori della chiesa avessero sempre il sentore, senza bisogno di controllar una bussola o un’app, della propria posizione rispetto al cielo.
Questa consapevolezza ‘cosmica’ forniva un’esperienza di profondo radicamento nello schema percepito del mondo, individuata non al termine di una complicata ricerca ‘esistenziale’ ma vissuta in ogni singola azione quotidiana.
Lo stesso bisogno di incardinamento nella mappa cosmica di cielo e terra si trova alla base del concetto cinese di Feng Shui, che, al di là della banalizzazione a cui è andato incontro nel corso del tempo (divenendo poco più che una superstizione geomantica), nasce per fornire un riferimento esistenziale vissuto nel quotidiano attraverso la disposizione delle pareti e dei mobili. E se davvero l’arredo organizzato secondo i principi del Feng Shui può dare un qualche senso di benessere, ciò non deriva dal fatto di per sé di dormire con la testa a nord piuttosto che a sud, ma dalla consapevolezza incarnata della propria posizione nel mondo.