Un fatto è certo: la vita off, il relax, da oggi in poi saranno più programmati e definiti di prima. Se il tempo libero diventa una fisarmonica suonata dall’emergenza, è logico pensare come gli squarci che si aprono dovranno essere davvero significativi e appaganti, che si tratti di una visita al museo (dopo la sbornia di live e streaming) o di un week end in spa, dove comunque ci attendono mascherine e termoscanner ma riusciremo forse a risparmiarci i divisori in plexiglass. “La parola chiave, d’ora in avanti, sarà curatela”, dice Claudio Visentin, docente di Cultural History of Tourism all’Università della Svizzera Italiana di Lugano. “Al di là del turismo di massa, che uscirà compromesso dall’emergenza, i viaggiatori più avvertiti, e in genere chiunque vorrà staccare dal quotidiano, sentiranno il bisogno di programmare le proprie esperienze seguendo un filo. Accanto al bisogno naturale di trascorrere tempo all’aria aperta dopo mesi di blocco, cresceranno i week end all’insegna dell’arte o delle discipline orientali, le vacanze in agriturismo per fare yoga, i corsi di mindfulness”.