Significherà più design? Secondo Claudio Feltrin, presidente di Assarredo, sì. “La Cina è il nostro settimo mercato di esportazione, con un valore di circa mezzo miliardo di euro nel 2018, ma in cinque anni potrebbe salire sul podio: i consumatori cinesi stanno dimostrando grande sensibilità e interesse per i nostri prodotti”.
Il ‘new normal’, infatti, è una nuova generazione di clienti. “La demografia è cambiata drasticamente, la platea è più ampia e l’età è scesa”, dice Sammy Ren, fondatore di Domus Tiandi, distributore in Cina di arredi e ispiratore di lifestyle contemporanei (lavora a Shanghai, Pechino e Shenzen con marchi come Poliform, Promemoria, Donghia, Baxter, Viabizzuno. È partner di Minotti per l’enorme flagship store di Shanghai aperto nel 2015). “La media oggi sono i 30-40enni: giovani colti, aggiornatissimi, non seguono acriticamente le tendenze ma sanno quello che vogliono. Amano imparare ad apprezzare il design, non venerano il marchio e il lusso”.
Questo significa anche opportunità per i brand locali di qualità. “A Shanghai e Pechino, Shenzhen e Guangzhou, il passaggio di testimone alle nuove generazioni si percepisce in una maggiore ricercatezza e attenzione verso soluzioni innovative, e in una rielaborazione di linguaggi tradizionali”, dice Gianmaria Quarta che con Michele Armando ha aperto a Shanghai, nel 2016, lo studio di architettura Q&A. “C’è una sempre maggiore attenzione verso prodotti (e idee) di qualità, e questa viene richiesta sempre più non solo in importazione, ma anche da marchi locali”.