La ‘scure’ più celebre sulla questione è certamente rappresentata dal saggio Ornamento e delitto di Adolf Loos. Scritto nel 1908, questo testo, più noto per l’efficacissimo titolo che per il suo contenuto, è una condanna senza ricorso alle mode ornamentali dell’epoca, direttamente connesse con un malcostume morale ravvisabile, secondo l’autore, solo in civiltà poco evolute.
Possiamo considerare il saggio dell’architetto austriaco come il manifesto di una visione razionalista di liberazione dall’ornamento superfluo. Da qui in poi, per decenni, la purezza dei giunti non sarà nascosta da alcun ornamento-riparatore (spesso la decorazione serve a coprire le imprecisioni); la verità del materiale parlerà senza ricorrere a rivestimenti; la struttura degli oggetti e dell’architettura sarà palese e fieramente dichiarata.