Studio Wok: «Uno spazio ben progettato è come un vestito che ci fa sentire bene»
Come si arriva a progettare tutto ciò? Prova a spiegarlo Nicola Brenna di Studio Wok, di Milano: “Esiste uno stretto rapporto tra noi uomini, la natura dei luoghi e il modo in cui li abitiamo: lo spazio abitato è come un vestito che invece di essere indossato, viene vissuto. Oltre alle caratteristiche fisiche, il comfort è generato anche dalla capacità di un’architettura di creare emozioni: la luce di una finestra che a una certa ora del giorno crea un disegno sulla parete, il profumo di un buon legno massello, la rugosità o la morbidezza al tatto delle superfici. Oggi, complice anche il periodo che ci vincola a vivere a lungo in spazi chiusi, il comfort ha assunto un’importanza prima spesso sottovalutata. La nostra ricerca progettuale, sia a scala residenziale che urbana, è guidata con costanza dal concetto di habitat, inteso come qualità dell’abitare: pensare, disegnare e costruire condizioni ambientali positive. Abitare vuol dire anche creare abitudini. Il nostro approccio metodologico e progettuale è artigianale. Per lo sviluppo dei nostri lavori, rileviamo con attenzione le caratteristiche fisiche del luogo di progetto: il paesaggio, i materiali che connotano il territorio di riferimento, la luce, l’atmosfera. Ci piacciono i materiali “naturali”, capaci di avere un’evoluzione nel tempo e di maturare di pari passo con la struttura architettonica che li accoglie. È importante la capacità di uno spazio di evolvere e mutare nel corso nel tempo assieme a chi lo abita”.