L’attenzione per i bambini e il riconoscimento delle loro innate competenze progettuali è un’eredità viva fra i designer contemporanei
E molti sono gli esempi di progettisti che, diventati genitori, scoprono che inventiva e creatività sono codici trasversali, spazi di comunicazione fertile e gioiosa con i propri pargoli prima, e con i bambini in generale poi. Matteo Ragni nel 2008 ha avviato un progetto di autoproduzione di macchinine in legno che, rapidamente, si è trasformato in un manifesto programmatico per una condivisione trasversale e collettiva delle competenze progettuali. Un’idea decisamente ispirata al pensiero di Bruno Munari e alla sua capacità di riconoscere il bisogno di dialogo e di relazione con lo sguardo inventivo dei bambini. Così come, tornando indietro di qualche anno, si incontrano oggetti, collezioni, progetti in cui la conversazione con l’infanzia e con il gioco sono il nucleo stesso dell’innovazione e dell’invenzione. Tutta la collezione Family Follows Fiction, sviluppata da Stefano Giovannoni e Guido Venturini negli anni Novanta per Alessi è il recupero di un’attitudine ludica, fragorosamente dissacrante e pronta alla risata e alla leggerezza. Così come, tornando ai maestri, il rigoroso lavoro di ricerca tipologica di Richard Sapper ha portato spesso alla nascita di oggetti in cui la sensorialità e una certa attitudine al reinventare soluzioni parlano in modo diretto alle parti più bambine del mondo adulto. Il bollitore “Fischietto” e la teiera automatica “Bandung” sono dei giochi strepitosi, in effetti.
Il design a scuola?
Non è facile immaginare come e se il design possa essere integrato in modo formale fra le competenze da assorbire durante i primissimi anni di formazione. E forse è anche meglio pensare che gli strumenti del progetto, con tutto il loro impatto dissacrante e allo stesso tempo costruttivo, rimangano pratiche carbonare, isole di libertà in cui la scuola istituzionale per fortuna non entra.
Eppure… non si può ignorare quell’infinita lista di innovatori che hanno plasmato la contemporaneità, tutti usciti da scuole che in modo chiaro e inequivocabile, suggeriscono di investigare il mondo in libertà, sperimentando, provando, sbagliando. E trovando soluzioni straordinarie.