L’arte è di nuovo collettiva
L'arte contemporanea si è mossa istintivamente in un solco molto simile. L'obiettivo, più o meno consapevole, è quello di rendere partecipe il pubblico, di attivarlo, chiamarlo all'azione. I social sono diventati luoghi d’arte, grazie a una mobilitazione che, dopo molto tempo, ha riaperto un dialogo collaborativo con le persone.
Palazzo Grassi, ad esempio, ha reagito al lockdown con un’operazione trasversale. I Workshop per tutti hanno coinvolto illustratori, designer e architetti nel disegnare dei percorsi aperti, che invitano all’esplorazione di processi e strumenti della creatività. Che però rivelano una volontà di esporsi – e non di esporre – nel momento della crisi. Indicazioni minimali, che sfociano nell'esplorazione dell’ordinario, e che sottolineano il bisogno di essere capaci di produrre, anche arte e progetto, in modo autonomo.