A partire da quel momento, infatti, il design ha intrapreso un lavoro di ricucitura della spaccatura che si era aperta nel periodo precedente tra razionalismo moderno e design postmoderno, procedendo a una loro armoniosa saldatura attuata attraverso la rimodulazione – ma non l’azzeramento – dell’intensità artistica del prodotto, che trova così una forma più matura e delicata, compatibile con le istanze funzionaliste care al modernismo. Questa formula, che da allora unisce poetica e pragmatica nel progetto contemporaneo, appare oggi più viva che mai, al punto da costituire la via maestra per la fusione, propria della nostra epoca, tra corpo materiale del prodotto e scenari immateriali del digitale.