Sviluppato sulla base di studi parametrici da AMDL CIRCLE in collaborazione con lo studio iart di Basilea, l’involucro è una membrana multistrato a rete diagonale posta a 50 centimetri dalla copertura in metallo, costituita da un sistema di pannelli fotovoltaici organici a doppia faccia e da una griglia di luci a led.
La membrana, che si auto-alimenta grazie all’energia solare captata dal fotovoltaico senza alcun dispendio energetico, funge da schermo continuo e dinamico: a seconda dell’orario, la ‘pelle’ architettonica si trasforma in uno strumento comunicativo che proietta le installazioni luminose site specific degli artisti Daniel Canogar, Esther Hunziker e Semiconductor, in un lessico espressivo – tra cellule e processi chimici – mutuato dalla medicina.
Come afferma De Lucchi, il Novartis Pavillon è un intervento “orientato al futuro, innovativo, aperto e ottimista”, che rappresenta un considerevole passo avanti rispetto alle esigenze di trasparenza, sostenibilità e condivisione espresse dalla collettività nei confronti del mondo industriale, e soprattutto di quello farmaceutico e sanitario, che, più degli altri, prima o poi inevitabilmente interessa tutti e di cui è quindi opportuno che tutti si interessino.
Photo: Rasmus Hjortshøj