Cos'è il metodo Miyawaki?
Hannah Lewis: «L'idea di base di questo metodo è quella di far crescere una ricca foresta naturale in appena un paio di decenni, senza dover attendere centinaia di anni per avere piante robuste e mature.
Questo viene reso possibile da una scrupolosa fase di osservazione di ciò che accade in natura nel sito scelto, per capire quali piante spontanee autoctone sono più adatte a riprodursi velocemente e a crescere in maniera autonoma, dunque senza ulteriori interventi umani, dando vita a un habitat naturale sano e forte.
Un tipo di studio che si interessa dunque al suolo, alla topografia e al clima. E va notato che non verranno necessariamente piantumati solo grandi alberi, ma anche cespugli e arbusti capaci di resistere e prosperare».
Ci sono regole particolari da seguire nella fase di avvio?
«Il metodo Miyawaki richiede una preparazione intensiva del terreno. Si chiede di seminare in abbondanza e in maniera molto fitta, mantenendo attivamente il sito per i primi 3 anni, quando la foresta si stabilizza e trova la sua forma di base.
Già dopo due anni i giovani alberi avranno formato una chioma sufficientemente spessa da ombreggiare le piante erbacee più basse, riuscendo a creare un microclima che protegge il sottobosco dagli agenti atmosferici estremi. A questo punto la micro foresta è autosufficiente e non necessita più di alcuna forma di manutenzione».
In cosa questo metodo è rivoluzionario?
«Di fatto questo approccio permette di accelerare di moltissimo il processo di crescita naturale di una foresta. Per questo dopo solo pochi anni si assiste a quello che accadrebbe a una porzione di terra rimasta intoccata dall'uomo per secoli. Rivoluzionario e affascinante».