Dino Gavina e i giovani talenti
“Dino Gavina è il primo a lavorare con giovani architetti - i Castiglioni stessi, Tobia Scarpa, Bellini, Kazuhide Takahama, Vico Magistretti; il primo a riproporre il Bauhaus di Marcel Breuer. È antesignano anche nell'intuire l’importanza del negozio, facendo realizzare lo store Gavina, in via Altabella a Bologna, a Carlo Scarpa, e in seguito in altre città ai Castiglioni e a Takahama, organizzando mostre ed eventi.
È il primo a far disegnare mobili a Carlo Scarpa, con la collezione Ultrarazionale, e soprattutto, nei primi anni 70, con Ultramobile, a collaborare con gli artisti: Meret Oppenheim, Man Ray, Sebastian Matta - ma anche Giacomo Balla, André Masson, René Magritte, Jackson Pollock.
Le sue scelte possono apparire contraddittorie, ma vanno essenzialmente controcorrente: rifiuta i progetti di Carlo Mollino, Gio Ponti, LeCorbusier perché non adatti alla produzione di serie (troppi passaggi artigianali), per lavorare 15-20 anni dopo con gli artisti. In questo caso, però, non si tratta tanto di mobili, quanto di oggetti in grado di generare meraviglia e stupore”.