Progettare spazi funzionali e belli che possano entrare in empatia con chi li vive. Una filosofia affascinante che caratterizza tutti i lavori di Remigio Architects

Quando il contenitore e il contenuto riescono a dialogare tra di loro si crea la magia di un’esperienza immersiva.

Lo sa bene Remigio Architects, che porta il concetto di exhibit design nella progettazione di qualsiasi spazio.

Partendo infatti dalla domanda se esista un collegamento tra lo spazio espositivo e gli ambienti destinati all’uso lavorativo, commerciale o persino residenziale, Remigio Architects inserisce in tutti i suoi progetti un valore aggiunto: oltre a essere funzionali e razionali nella forma, questi rispecchiano la personalità di chi li abita, nel caso di abitazioni private; oppure, se si tratta di spazi commerciali o uffici, la sfida è quella di donare loro un carattere forte che colpisca emotivamente chi questi luoghi li vive o li frequenta.

Rigore e anima, pulizia formale ed empatia: un dualismo perfetto che il team di architetti guidato da Luca Remigio esprime nell’utilizzo, sostanzialmente, di tre materiali naturali: legno, pietra e ferro.

Così accade, per esempio, nel progetto della nuova sede di Interexpo a Milano, in cui il confine tra le superfici verticali e quelle orizzontali sembra svanire grazie all’impiego di lastre di pietra di Bedonia, lavorate 'a casellario' direttamente in cava, lasciando che gli ambienti interni sfumino verso l’esterno senza soluzione di continuità.

Oppure nell’installazione Stone is better, sempre a cura di Remigio Architects: realizzata durante la Design Week di Milano, è stata capace di appassionare i visitatori dilatando la loro percezione, per raccontare l’essenza di PNA (Pietra Naturale Autentica).

Marmi bianchi e graniti neri si alternavano creando un sapiente gioco di illusioni ottiche: un modo di comunicare visivo, immediato, che puntava a celebrare il fascino e la purezza della pietra naturale. Exhibit design, dunque, nella sua accezione più ampia.

Ne è testimonianza anche il ristorante +39 a Mosca o il Valverde Water Bar in Montenapoleone a Milano, un temporary bicromatico dove la precisione formale viene espressa da una sobrietà geometrica attraverso linee orizzontali, verticali e oblique che generano la struttura e gli arredi 'a castone', in legno massello laccato bianco e nero, che dialogano con elementi di metallo.

Una struttura avvolgente che nel suo insieme ricrea la sensazione dell’acqua e della sua purezza. Contenuto e contenitore, ancora una volta, riescono in un gioco di rimandi a convivere in armonia valorizzandosi a vicenda.

Nel caso dell’evento BTO alla Leopolda di Firenze, inoltre, lo studio Remigio Architects è riuscito, anche grazie a un sapiente lavoro di light design, nel delicato compito di trasformare gli spazi della vecchia stazione in un luogo accogliente, caldo e soprattutto coinvolgente, per rendere i visitatori parte attiva di una moderna e suggestiva travel experience.

Progetti scenografici e originali quelli realizzati da Remigio Architects, resi possibili anche dalle preziose collaborazioni dello studio con maestri artigiani specializzati nella lavorazione di ferro e legno.

Uno scambio di competenze eccellenti che sfocia nella realizzazione di progetti unici e immersivi in grado di trasformare gli spazi in spazi di vita, dove al centro ci sono le persone con le loro priorità sensoriali ed emotive.

Una ricerca continua porta lo studio a trovare soluzioni in equilibrio tra ciò che le persone vogliono e sentono e ciò che lo spazio naturalmente richiede: un’armonia tra la funzionalità, l’estetica e la capacità di essere emotivamente accogliente e stimolante.