In tempi post pandemici ma non solo, la casa è al centro della narrazione. Abbiamo scelto i romanzi del 2021 che ci sono piaciuti di più e spieghiamo perché – e per chi – sono il regalo giusto per Natale

Tema sviscerato (fin troppo?) da quasi due anni a questa parte, la casa è al centro della narrazione. In realtà, da sempre, in letteratura la casa, gli oggetti che la abitano e i gesti quotidiani che la animano hanno un ruolo fondamentale. Noi abbiamo scelto i libri usciti nel 2021 che ci sono piaciuti di più e spieghiamo perché e per chi sono il regalo giusto per Natale.

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Per venire incontro ai gusti più disparati, ai libri di narrativa accostiamo un saggio narrato in prima persona, un volume di racconti, una storia a tinte forte e due dalle atmosfere gotiche, persino un thriller. In comune: la casa come personaggio e la scrittura di alta qualità. Per la trama vi rimandiamo alla quarta di copertina, quello che vogliamo evidenziare noi sono le specificità che ci hanno colpiti. Siccome “nessun libro che parla di un libro dice di più del libro in questione”, spiega Calvino, il consiglio è quello di lasciarsi ispirare senza indagare troppo le vicende narrate (e neanche le recensioni) e leggerli.

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La casa è fondamentale perché i muri custodiscono la nostra memoria

Innanzitutto, perché la casa è così importante, nella narrazione (quindi) nella vita? La nostra memoria, è fatto noto, sceglie cosa e come ricordare, i muri invece sono attendibili: stoccano eventi, emozioni, il detto e il non detto  persino i misteri e raccontano. Le pareti, i pavimenti, i serramenti, il mobilio che ci si porta dietro di casa in casa, persino i materassi appoggiati a terra, testimoniano chi siamo stati in quel momento, non la versione che noi scegliamo (plasmiamo) di ricordare. I muri custodiscono, i pezzi di noi che lì abbiamo lasciato.

Il design da leggere pubblicato da Electa

Il libro delle case di Andrea Bajani

La potenza abita ogni pagina de Il libro delle case di Andrea Bajani, Feltrinelli. La potenza della scrittura, la potenza della struttura. Algida e impersonale la prima, architettonica e frammentaria la seconda. Scritti in terza persona, riferendosi a una persona “che per convenzione chiameremo Io”, brevi capitoli costruiscono un puzzle che saltabecca nello spazio e nel tempo, compongono un ritratto identitario scucito, e dunque lacunoso. Ne abbiamo parlato in questa recensione: Andrea Bajani dà voce ai luoghi reali e simbolici abitati dal protagonista in una biografia domestica, sentimentale, a tratti collettiva. 

Per chi è

Per chi ama la prosa esatta. Ogni capitolo è compatto, calibrato, sfrondato, visualizzato grazie a una scrittura distaccata e distillata eppure pregna  densa come poesia, che invita ad addentrarsi negli spazi, per sentirne l’odore.

Per chi ama la Storia. Quelli narrati sono luoghi che nel corso di 50 anni raccontano una storia personale intrecciata alla Storia d’Italia, restituita, con delicatezza rara, nelle figure di Prigioniero, Aldo Moro, e di Poeta, Pier Paolo Pasolini.

Per chi ama giocare a Cluedo: Il libro delle case è composto come un collage che investiga proprio come fosse una partita del celebre gioco in scatola tra mappe catastali tra tutto quello che una persona è stata in quelle case, in quel momento, e quello che ha voluto (o dovuto?) dimenticare.

La filosofia della casa di Emanuele Coccia

Nel suo (citatissimo) libro La filosofia della casa. Lo spazio domestico e la felicità, Einaudi, Emanuele Coccia esplora la domesticità come luogo morale, lo spazio dove si consuma la tensione alla felicità. Ne abbiamo parlato in modo approfondito in questa intervista all’autore, per cui la casa, trascurata dalla filosofia, è lo spazio dove immaginare un futuro post-digitale.

Attraverso capitoli che affrontano temi che vanno dai traslochi agli amori, dai bagni agli armadi, dalle camere e corridoi alle cucine, dagli animali domestici ai boschi e giardini, si delinea un’idea di casa (e di felicità) che si spinge oltre la semplice dimensione volumetrica e compositiva per diventare “la realtà morale per eccellenza: un artefatto psichico e materiale che ci permette di essere al mondo meglio di quanto la nostra natura ce lo permetta”. Quindi “progettare una casa significa sottoporre chi vi abita a una precisa planimetria psichica”, nello specifico, riferendosi al bagno, “casa nella casa”, “un ordine di spazializzazione della nostra anima o di gestualizzazione del corpo”.

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Per chi è

Per chi ama una forma ibrida tra il saggio e il romanzo. Alle riflessioni filosofiche sul senso della casa e sul valore simbolico degli oggetti della quotidianità si intrecciano infatti vicende personali e ricordi dell’autore che rendono la lettura dinamica e coinvolgente.

Per chi ama sottolineare. Impossibile riportare tutte le citazioni che ci hanno illuminato, scegliamo quindi il trasloco, un tema ben conosciuto da Coccia che in 45 anni di vita ne ha affrontati 30, che dimostra che non esistono case, esiste solo il far casa. E “per fare casa non basta trovarsi un luogo fisico e dargli forma: è impossibile essere a casa senza attraversare il corpo degli altri e lasciarsi attraversare dalle cose che ci circondano”.

Per chi cerca pezzi di sé in ogni libro che legge. “Costruiamo case per accogliere in una forma di intimità la porzione di mondo – fatta di cose, persone, animali, piante, atmosfere, eventi, immagini e ricordi – che rendono possibile la nostra stessa felicità”.

Casa è dove fa male di Massimo Cuomo

In Casa è dove fa male di Massimo Cuomo, Edizioni E/O è un condominio che racconta – in prima persona – le sette famiglie (e i sette vizi capitali) che lo abitano. In un intreccio – quotidiano e involontario – i pensieri, le insoddisfazioni, le azioni reiterate o scatenate, i sentimenti repressi o scaricati degli inquilini confluiscono e risalgono tubature e muri (come la colonia di topi che, silente, si sta espandendo), si propagano tramite le vibrazioni dei pavimenti che trasmettono, irradiano – come nervature di un unico corpo – emozioni, frustrazioni, persino colpi. Perché le case osservano, percepiscono, ricordano. E reagiscono.

Per chi è

Per chi pensa che la casa sia lo specchio di manie, vizi e fragilità di chi la abita. Casa è dove fa male è un libro a tinte forti che disamina in modo impietoso le relazioni (tossiche) tra vicini di un condominio nella periferia di Mestre. 

Per chi ama i libri caustici ma ha anche la passione per i dettagli demodé, per le case animate da oggetti vintage e abitudini analogiche radicate. Tinelli con vetrinette e bomboniere, soggiorni con divani incellophanati e mai sgualciti si alternano a immagini domestiche che parlano più di ogni giro di frase, come le persone che crollano sul divano in una solitudine di televendite.

Sette case vuote di Samanta Schweblin

Sette case vuote di Samanta Schweblin, Edizioni SUR è una raccolta di racconti perturbanti: sette storie costruite intorno a uninquietudine. Ogni personaggio si trova a confrontarsi con paure, proprie e altri, che si celano nelle increspature del quotidiano, intessute negli oggetti domestici più banali. Leggendo ogni racconto si percepisce che quello che può avvenire nelle case vuote ma non vuote in quanto abitate da assenze non è altro che quello avviene dentro e tra le persone.

Per chi è

Per chi ama i racconti. Narrazioni distillate che fotografano un attimo preciso, forme pure ed esatte: la summa dell’arte della scrittura. Storie in cui venivo catapultato nel giro di una riga o due. Mi affascinava il loro rigore, l’economia assoluta di parole e immagini, la complessità che potevano nascondere, il grande dentro al piccolo” scrive Paolo Cognetti in A pesca nelle pozze più profonde. Meditazioni sull'arte di scrivere racconti, edito da Minimum Fax. Storie che, a saper vedere il filo, sono cucite tra loro.

Per chi ama il non detto, le situazioni smarginate che collidono con il comune senso di normalità. In Niente di tutto questo, una figlia sembra assecondare l’ossessione della madre che irrompe nelle case altrui per impossessarsi di oggetti senza valore. Qualcosa nelle loro vite si è rotto, ma mancano le parole per comprendersi, salvarsi.

Libri dalle atmosfere gotiche: Loro e Laltra casa

Se, con espliciti rimandi alla tradizione letteraria, Loro di Roberto Cotroneo, Neri Pozza, è un romanzo che si svolge a Villa Alessandra, una casa di vetro contemporanea progettata da Rem Koolhaas che non ha nulla di gotico, ma esercita con la sua trasparenza totale (inquietante?), un indiscutibile (oscuro) magnetismo, Villa Giacomelli ne L’altra casa di Simona Vinci, Einaudi è proprio come ce la si aspetta: ha un’anima vegetale”, sembra emettere un sortilegio, avvolta nel suo misterioso giardino. Qui, dove visse (e aleggia) la mezzosoprano Giuseppina Pasqua, amatissima da Giuseppe Verdi, si svolgono le vicende di quattro personaggi in crisi. Ma è la casa l’indiscussa protagonista del romanzo: indirizza visioni, prospettive ed eventi. Un edificio che racconta storie stratificate, in una vertigine temporale.

Per chi sono

Per chi ama il gotico reinterpretato in chiave contemporanea e per chi ama la prosa puntuale ed elegante, pregna di rimandi letterari.

Per chi è attratto dal topos della letteratura gotica: la casa infestata.Le case appena abbandonate (...) portano limpronta calda di coloro che le hanno abitate. “Sembra che gli edifici provino rabbia per gli abbandoni. Gemono, sbattono, scricchiolano, cercano di assestarsi e non trovano pace”. “Le case ci conservano nella memoria e non vogliono lasciarci andare”.

Per chi ama la ricostruzione accurata storica, architettonica, musicale ma rimane perturbato da quel qualcosa di ineffabile e inafferrabile che rimane in sospeso. “Molte delle vicende narrate in questo romanzo sono realmente accadute, molte non lo sono, altre non soscrive alla fine del suo libro Simona Vinci.

Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi

In Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi, HarperCollins la casa di Roma che per la protagonista giunta da Milano con la sua famiglia doveva essere il posto perfetto per iniziare una nuova vita felice diventa a poco a poco una prigione in cui si sente intrappolata. All’interno di un condominio/mondo che si rivelerà abitato da un branco/setta, la casa inizia respirare. Quella casa prima amata, poi teatro e testimone di vuoti di memoria, paranoie e attacchi di panico le parla, le dà consigli, poi ordini, fino al giorno in cui la sua bambina scompare. 

Per chi è

Per chi si sente scisso tra casa e lavoro, amore e terrore. A scatenare le crisi della protagonista è il senso di inadeguatezza come madre, in bilico tra lamore sconfinato per le figlie e la mancanza di appagamento professionale/sociale che porta alla paura/consapevolezza di essere in grado di far loro del male.

Per chi cerca sensazioni da thriller incalzante. In Questo giorno che incombe la casa amplifica, sprona, istiga, consola, sviscera. La casa come cassa di risonanza, di insoddisfazioni e insicurezze, di bisogni repressi e desideri inespressi (inesprimibili). La casa come alter ego, a cui la protagonista, nel crescendo di avvenimenti che la travolge, si affida per cercare di mettere ordine, fuori e dentro di sé.

Per chi crede che la casa possa avere una voce. Una casa (stregata?) che riesce a comunicare anche quando non parla più. Da nido a trappola: la casa che protegge dal mostro o la casa che ti trasforma in un mostro?

La porta, al centro di un capolavoro

Concludiamo con un libro non recente, eppure sempre potente: La porta di Magda Szabó, Einaudi. Un libro sull’amore (in tutte le sue forme) e sulle distanze (da mantenere). Tutto ruota intorno a una porta che non deve essere varcata (o tutto si sbriciola). E a Emerenc Szeredàs, l’anziana domestica di Magda, un scrittrice che si lega a lei in un rapporto di dipendenza, che da fattuale si fa mentale, diventando l’una la custode dell’altra, l’una l’ossessione dell’altra.

Per chi è

Per chi vede la porta di casa come metafora della barriera tra sé e l’altro: aprirla significa mettere a nudo il proprio mondo interiore, la propria anima.

Per chi ama quelle figure della letteratura talmente intense da non riuscire a scrollarsele di dosso. Emerenc è un personaggio scorbutico e dispotico, diffidente ma empatico. Imperioso. Meraviglioso.