Questo design dal segno morbido e dalla pelle soffusa prende dunque forma in risposta al bisogno di alleggerimento di una generazione - come la Gen Z - sovraccarica di evanescenza digitale, che si sente in risonanza con oggetti ‘ansia-assorbenti’ o ‘ansia-riducenti’ come il discreto Brut di Philippe Malouin per Origin Made o, su scala più ampia, come il sistema di sedute Dorothea di Andrea Steidl per LaCividina, presenze oggettuali che, lungi dall’incrementare la produzione di dopamina (come fa il design volutamente eccessivo, massimalista, provocatorio), cercano piuttosto di ridurla, in alcuni casi anche attraverso richiami figurativi come quelli delle lampade Earth di Marie Michielssen per Serax o del pannello fonoassorbente Sahara di Gabriel Tan per Abstracta.
Perché a definire il carattere di questa nuova generazione di oggetti non è la presenza o meno di un tratto grafico, né il rifarsi ad archetipi tradizionali o alla ricerca di percorsi di rottura (tutte opzioni ampiamente sperimentate dal design storico e contemporaneo), ma il poetico addolcimento, e garbato alleggerimento, della pressione estetica e sensoriale che grava sull’utente.