Insieme a Philippe Starck, Marcel Wanders ha fatto del designer un vero e proprio brand, non solo un progettista di prodotti. Cosa ti ha lasciato la lunga esperienza fatta nel suo studio?
Starck e Wanders sono gli unici ad avere sviluppato una comprensione olistica della creatività. Nessuno come loro ha raggiunto così tante tematiche, tipologie e contesti.
Io personalmente ne ho tratto un’apertura mentale gigantesca. Mi piace l’idea di essere ‘generalista’, ovvero di avere delle basi progettuali adattabili in diversi ambiti.
Credo che oggi il progetto vada ben oltre il singolo oggetto. Riguarda la user experience, la presenza on line e off line del prodotto, la sua distribuzione e la sua presentazione negli store... Oggi mi occupo di un settore tutto diverso fatto di grandissimi numeri, che in un certo senso richiede un approccio più specialistico.
L’esperienza fatta nel ‘piccolo’ mondo del design, legato al pensiero progettuale europeo che è intriso di valori profondi, mi permette di assumere una visione comunque trasversale: il mondo della bellezza è molto ampio in termini di contenuti e significati e il nostro obiettivo non è solo quello di occuparci di packaging.
Mi interessa capire quale sarà la vera innovazione e come potrà essere attuata a 360 gradi, soprattutto in termini di sostenibilità.
E sono sicuro che l’esperienza per un gruppo globale come Estée Lauder Companies, che ha molte risorse e mi ha coinvolto per progetti a lungo termine, mi permetta di sperimentare fattivamente un’idea di innovazione che inizia a monte dell’intero processo, ben prima dell’atto progettuale.