Mariana Pestana
“‘Progettare per più di uno’ è una pratica che considera non solo l’utente immediato, ma anche la complessità dell’impatto del progetto: dai paesaggi e gli ecosistemi interessati dall’estrazione dei materiali e dai rifiuti, alle condizioni di lavoro inerenti alle reti e ai processi di produzione”. Così Mariana Pestana – architetto e curatrice indipendente, membro del collettivo interdisciplinare The Decorators, volto a programmi culturali in ambito pubblico, e curatrice della V Biennale di Design di Istanbul – introduce la questione sistemica del design e l’imprescindibile tema ecologico alla base di ogni scelta.
“Pur sapendo che stiamo vivendo una crisi ecologica, siamo diventati immuni ai dati, alle statistiche e ai numeri. Dobbiamo quindi puntare su un aspetto più empatico: portare emozioni, affetti, cura e affinità nell’equazione del design, per rivalutare i nostri processi e obiettivi progettuali, in modo che possa beneficiarne non solo il contesto immediato ma anche la miriade di luoghi, materie e specie che indirettamente ne sono influenzati”. La pandemia ci ha fatto rivalutare il rapporto con la dimensione locale. “Ma allo stesso tempo ha rivelato come questo locale sia intimamente connesso a molti altri in modo globalizzato. Ci ha dimostrato che gli effetti dello ‘sviluppo’ umano, come l’erosione dei territori selvaggi, hanno prodotto uno squilibrio ecologico. D’ora in poi dobbiamo intendere il locale come qualcosa di cosmico, dove micro e macro realtà sono connesse e adiacenti.
Mi interessa come il design possa essere uno strumento di mediazione, anche nella percezione del mondo. Nella V Biennale abbiamo mostrato un progetto di Calum Bowden che porta nelle profondità della Terra, spostandosi tra le prospettive umane, batteriche, geologiche e macchiniche per svelare i misteri scientifici degli estremofili. All’interno delle installazioni site specific New Civic Rituals, abbiamo cercato punti di vista alternativi: dal mondo guardato con gli occhi dell’intelligenza artificiale agli orti dal punto di vista dei microrganismi. Tutti questi progetti hanno richiesto un profondo processo di ricerca che coinvolge designer, scienziati e informatici”.