Il grande architetto, designer, artista era nato nel 1938: nel 1966, con Archizoom Associati, ha segnato per sempre il design italiano portando il pensiero radicale alla ribalta nella cultura del progetto

Andrea Branzi - uno degli indiscussi padri del design italiano, architetto e artista di fama internazionale - è morto oggi, all'età di 85 anni.

Nel 1966, Andrea Branzi ha fondato, con Massimo Morozzi, Paolo Deganello e Gilberto Corretti, uno dei fenomeni più fecondi e influenti del pensiero progettuale contemporaneo: Archizoom Associati.

Lo studio è stato la fucina del pensiero del design radicale: da qui è nata l'idea di considerare l’architettura e il design come strumenti per un'elaborazione critica della società e delle sue derive consumistiche.

Leggi anche: Cosa resta del design radicale a 50 anni dalla mostra al MoMA

L'Archizoom pensiero, che ha influenzato intere generazioni di progettisti nonché tutta la poetica del primissimo Italian Design (quello che Emilio Ambasz ha raccontato nella mostra The New Domestic Landscape al MoMA nel 1972), si è concretizzato nella celebratissima No Stop City, un progetto-manifesto di città consapevole della nuova modernità dove è naturale interrogarsi e mettere in discussione i dogmi della modernità urbana.

Leggi anche: Nicoletta Morozzi commenta il film Mostra in forma di prosa, su Andrea Branzi

Raffinatissimo pensatore e artista, Andrea Branzi è anche stato tra i fondatori di Domus Academy e ha formato intere generazioni di progettisti al Politecnico di Milano (la sua convinzione, riguardo all'insegnamento, era che "si insegna per imparare").

Fino al 30 novembre, alla galleria Antonia Jannone di Milano, la mostra "L'architettura appartiene al teatro" sull'opera di Andrea Branzi

Nel 1987 ha ottenuto il Compasso d'Oro alla Carriera.

Da sempre pregiato collaboratore di Interni, Andrea Branzi si è anche espresso recentemente sul nostro giornale proprio raccontando l'esperienza del design radicale e il ruolo fondamentale che quel pensiero ha ancora oggi.

Al new Radical Design, Interni ha dedicato un numero, leggi qui

Quando, in un'intervista, Gianluigi Ricuperti gli chiede del rapporto tra religione e arte, Andrea Branzi risponde citando proprio un brano tratto da un articolo pubblicato su Interni.

«Dopo secoli durante i quali le figure dei santi e le scene del Nuovo Testamento sono state proposte come modelli di virtù per raggiungere la salvezza in un’altra vita, Andy Warhol, Vik Muniz, Hiroshi Sugimoto, Cindy Sherman, Joel-Peter Witkin, Luigi Ontani, Ottonella Mocellin, Nicola Pellegrini e molti altri svuotano la dimensione teologica, le scene sacre, come tableaux vivants immersi in questa vita terrena. Come a dire che la nuova religione è qui, tra gli umani, tra i morituri, e l’artista ne è il nuovo sacerdote. Non è da escludere che questa tendenza non abbia a breve una ricaduta anche nella cultura del progetto, oggi vagante e priva di una dimensione spirituale, impegnata in un professionismo ossessivo che ne sta svuotando la capacità di realizzare esperienze meno superficiali e spazi a forte carica antropologica».

Leggi tutte le recensioni delle mostre di Andrea Branzi pubblicate su internimagazine.it

Da mercoledì 11 ottobre l’ingresso del Museo del Design Italiano della Triennale accoglierà un omaggio ad Andrea Branzi esponendo una selezione di suoi progetti, parte della collezione permanente di Triennale.
Nella giornata di venerdì 13 ottobre, dalle ore 18.00, si terrà la proiezione pubblica di Andrea Branzi. Mostra in forma di prosa (leggi la recensione di Nicoletta Morozzi pubblicata su Interni).

Seguiranno aggiornamenti

Ph. di copertina Kai Juenemann