I giovani designer si occupano anche di agricoltura: con pollai nomadi per galline libere, coltivazioni secondo natura e tributi ai lombrichi

Podere 101 è un progetto/laboratorio per cambiare le regole dell'agricoltura intensiva e distruttiva.

Le galline razzolano libere e i pollai si spostano con loro, si allevano api per favorire l’impollinazione e si piantano alberi a cadenza regolare. E poi si coltivano vegetali in modo non invasivo per la terra, mettendo a frutto un assunto basilare per la protezione dell’ambiente: non nuocere.

Leggi anche: su cosa lavorano oggi i giovani designer

Che si traduce in un modello armonioso apparentemente inaudito: pecore che pascolando regolano l’erba e concimano, api che sostengono biodiversità e culture con la loro presenza laboriosa, alberi giovani che vengono accuditi per i primi anni in modo che possano prosperare a lungo.

Dietro a Podere 101 ci sono Caterina Lenzi e il fratello Tommaso. Giovani, anzi molto giovani, che nutrono la convinzione che con un buon progetto si possono cambiare davvero le cose, in modo felice. Coinvolgendo le persone, costruendo intorno a loro un impegno allegro e condiviso.

Per una gallina libera bisogna progettare un pollaio nomade

La nota straniante è che Caterina Lenzi è laureata in design del prodotto con lode. Non ha studiato agronomia, né scienze agroalimentari. La spiegazione è semplice: i due fratelli hanno capito che la nuova agricoltura ha bisogno di un progetto forte, sia per la comunicazione che per gli strumenti e le infrastrutture che devono essere utilizzati se si vuole davvero fare la differenza.

Allevare delle galline ovaiole rispettando il modello naturale, che include anche gli esseri umani, significa lasciare gli animali liberi di razzolare. Però le bestiole in questo modo depongono le uova più o meno dove capita o dove ritengono più opportuno. La soluzione è disegnare e costruire pollai su ruote, cosa che viene più spontanea e semplice se hai alle spalle l’abitudine di guardare ai problemi con uno sguardo inventivo. Da designer, insomma, anche se imprestata all'agricoltura.

Caterina Lenzi: “I nostri pollai mobili sono diversi per forme e dimensioni perché nel tempo ci siamo appassionati alla loro progettazione e costruzione, sperimentando nuove strutture e soluzioni, migliorate di volta in volta unendo ingegno e creatività”.

Angelo Renna ha progettato un giardino effimero per lombrichi

Architetto e paesaggista, Angelo Renna si preoccupa di interpretare il ruolo del design nel creare relazioni con i contesti naturali e le biosfere che occupa. Una sorta di Earth centered Design che promuove un approccio non solo sostenibile ma soprattutto integrato con le problematiche legate ai contesti ambientale più disparati.

La sua attività si estende infatti dalla progettazione di vasti masterplan urbani alla realizzazione di piccoli giardini tascabili, e alla costruzione di sistemi combinati naturali/artificiali finalizzati alla riqualificazione ambientale.

Il lavoro di Angelo Renna cerca costantemente l’integrazione dei contesti ambientali più disparati. Siamo un passo oltre le pratiche contemporanee di paesaggistica e di agricoltura, che già sfruttano ampiamente specie spontanee e locali. E andiamo verso la visione di una terra coabitata con uguali diritti da tutte le specie viventi.

Progettare visioni salvifiche per tornare a capire la natura

Serve immaginazione, perché ricostruire una relazione sana, proficua ed evolutiva con l’ambiente naturale non è un istinto davvero appartenente all’uomo. Occupandosi di agricoltura e di allevamento, l’essere umano ha individuato una modalità per sopravvivere alle incertezze e al caso. Un processo intelligente, che però ci è sfuggito di mano, corroborando la credenza che la natura selvaggia sia solo nemica. Il lavoro di Angelo Renna è quello di dare immagini, suggestioni e esempi concreti di come una relazione sana con l’ambiente sia fatta soprattutto di meraviglia.

Sei un verme è un progetto del 2023 per un giardino effimero che celebra i lombrichi, un invito a conoscere meglio una forma di vita trascurata e respingente senza la quale però il terreno e gli animali non possono stare bene. What is lost is (not) lost forever è una ricostruzione AI veritiera di animali estinti, di cui non conosceremmo l’aspetto oltre a non sapere nulla della loro esistenza sul pianeta.

Il Manifesto for non human cities, realizzato per la piattaforma KoozArch è un elenco di pratiche concrete per esercitarsi nell’inclusione di ogni specie vivente anche in contesti urbani, accompagnato da illustrazioni chiarificatrici che aiutano l’immediatezza del messaggio. Prevede l'integrazione di acqua non solo potabile ma adatta a ospitare la fauna e la flora, alberi caduti o senescenti in cui prosperano piccoli mammiferi, volatili e insetti. La creazione di spazi progettati per favorire la biodiversità.

L’inventiva del designer si mette al servizio di un lavoro che sfiora l'impegno civile, l’attivismo. Ma lo fa con ironia, provocando e incuriosendo. Agendo grazie al talento e alla capacità di usare l’esperienza estetica per suscitare un pensiero nuovo, un gesto alternativo.

Questo articolo è stato ispirato dalla ricerca “35 Designer, Under 35” realizzata da Fondazione Symbola in collaborazione con ADI per mappare il futuro del design raccontato attraverso il lavoro e l’innovazione di 35 giovani progettisti italiani.