Nasce Enkei, il light design che recupera gli scarti edili e li trasforma in (belle) lampade. Le co-founder ne raccontano la storia

Si chiamano Miriam Bichsel e Lovisa Sunnerholm e hanno lanciato il loro brand circolare di light design Enkei durante la Stockholm Design Week 2024. Lo loro è una bella storia, piena di colpi di scena e incontri che sembrano orchestrati dal destino.

L’happy ending è una lampada battezzata Reminder 001, protagonista di una vetrina del Nordiska Kompaniet, l’equivalente svedese della Rinascente.

Per immergersi nel plot di Enkei conviene partire da qui: una vetrina notturna di un grande magazzino la cui protagonista è una lampada circondata del materiale di risulta di una demolizione.

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Una storia di luce e rifiuti

Racconta Miriam Bichsel: “Quando siamo venuti preparare la vetrina gli impiegati di Nordiska Kompaniet ci hanno indicato la stanza della spazzatura, convinti che avessimo parecchie cose da buttare dopo aver finito il lavoro di allestimento.

Invece quella era davvero la vetrina per la prima lampada di Enkei, che il grande magazzino ci ha chiesto di poter esporre al più presto poco dopo averla vista per la prima volta”.

E questo è solo uno degli aneddoti buffi e vagamente surreali che punteggiano il racconto della nascita di Enkei.

Il primo prodotto di Enkei è una lampada da tavolo

Reminder è un oggetto scultoreo ed essenziale fatto al 90% con materiali di recupero provenienti dall’industria delle costruzioni, rivestita con un tessuto di scarto (dell’alta moda) upcycled.

Lo sviluppo della ceramica green è stato possibile grazie alla collaborazione con una grande fabbrica di cemento nel sud della Svezia, il laboratorio Coatings & Construction of IMCD, guidato da Alena Simunic.

“La prima reazione alla nostra proposta di collaborazione per creare un nuovo materiale realizzato quasi esclusivamente con rifiuti di cantiere è stata l’incredulità. Ci hanno detto molto chiaramente che non lo credevano possibile e che, nel caso ci si fosse riusciti, sarebbe occorso molto tempo.

Dopo qualche mese, ecco Reminder 001, una vetrina in pieno centro e la lista di attesa per gli ordini sul nostro sito”, racconta la CEO Lovisa Sunnerholm.

Lo sguardo dell’apprendista

Potere dell’intenzione. E una buona dose di visionaria ingenuità. Le due socie vengono da strade professionali che toccano il design ma non sono del mestiere, non hanno mai sviluppato un prodotto dalla A alla Z.

Il loro è lo sguardo dell'apprendista: un occhio che non ha preconcetti, una mente che tratta ogni problema come un ostacolo risolvibile. Sia che si chiami incredulità, sia che si chiami processo di sviluppo.

Continua Lovisa Sunnerholm: “Ogni parte del prodotto ha contribuito ad aprire nuove domande e nuove soluzioni. Abbiamo avuto il grande vantaggio di essere un brand che nasce direttamente dalla transizione al design sostenibile.

Il nostro progetto nasce da un pensiero comune e condiviso. Prima di partire Miriam e io ci siamo a lungo confrontate su quello che volevamo fare, su quale tipo di valori sarebbero stati imprescindibili. Una volta verificata la base concettuale, abbiamo pensato a come dar vita al brand”.

Dalla moda e dalla robotica al design

Partire da zero, con una solida esperienza lavorativa nel mondo della moda (Hermès e Bottega Veneta) e nell’industria tecnologica (Electrolux) per arrivare a un prodotto di design.

Una sfida non da poco. “Abbiamo innanzi tutto mappato la quantità, la tipologia e l’impatto dei materiali che tipicamente vengono smaltiti in discarica senza più essere riutilizzati.

L’industria edilizia è responsabile di un terzo delle emissioni di CO2 in Europa. Un buon punto di partenza e un’area poco frequentata dal design di prodotto”.

Sviluppare nuovi materiali da scarto post uso è sempre un’operazione ad alto rischio, ma le due fondatrici di Enkei hanno avuto una buona intuizione: si sono rivolte alla fonte: a chi produce materiali da costruzione e a chi gestisce i flussi nelle discariche.

“L’expertise industriale ci ha aiutato molto, superata la diffidenza iniziale. Ogni player si è fatto conquistare dall’idea e si è messo al lavoro in modo entusiasta”.

Merito anche dell'eclettismo del team Enkei, che coinvolge oltre all’alta moda anche una designer che ha lavorato per Fontanaarte e per la danese Frama, oltre a professionisti provenienti dall’industria robotica di Einride (che sviluppa camion elettrici a guida autonoma).

Recuperare significa non arrendersi allo status quo

Reminder ha quindi una base solida di ceramica prodotta con scarti edilizi. Il paralume appoggia su una lamiera curva in acciaio da fonti sostenibili, che gli permette di slittare trasversalmente per cambiare forma e luminosità.

I cavi per portare elettricità alla fonte luminosa saranno presto di recupero: “Un’altra sfida: le norme che regolano la sicurezza degli apparecchi elettrici sono molto severe e, anche in questo caso, ci siamo trovati di fronte a un diniego motivato da una parola semplice e deprimente: impossibile". Enkei sta cercando le soluzioni giuste.

Il tempo record dello sviluppo di materiali e soluzioni tecniche fa sognare, se si pensa che una grande azienda di design normalmente lavora su programmi biennali di sviluppo e ricerca.

Anche qui forse si può parlare di fortuna del principiante, ma soprattutto di buona volontà e di un mindset aperto e fiducioso.

Commenta Miriam Bichsel, direttore creativo di Enkei: “L’atteggiamento più comune davanti a una proposta di cambiamento è quasi sempre di rinuncia. I costi di transizione a una produzione sostenibile sono altissimi, sia in termini finanziari che di tempo e lavoro di ricerca. La nostra idea è stata facilitata dalla totale assenza di un bagaglio produttivo: come succede sempre più spesso i nuovi brand nascono già sostenibili. Il tema dominante è convincere il mondo circostante, consumatori compresi, che si può cambiare”.

Il lancio da Nordiska Kompaniet: la Rinascente svedese

A dicembre del 2023, a qualche mese dall’incontro fra Miriam Bichsel e Lovisa Sunnerholm avvenuto grazie a un taxi condiviso alla Milano Design Week 2023, Nordiska Kompaniet vede il primo progetto di Enkei e lancia l’idea di dedicargli una vetrina nel periodo della settimana del design di Stoccolma, da lì a qualche settimana.

Questa volta è il team Enkei a farsi prendere dalla sfiducia: impossibile è ancora una volta la parola d’ordine.

E invece il 18 febbraio 2024, dopo un lancio in sordina qualche giorno prima, ci troviamo alle sette di sera davanti alle vetrine di Nordiska Kompaniet. Miriam Bichsel e Lovisa Sunnerholm sono entusiaste e felici. Il loro unico desiderio è festeggiare con un piccolo gruppo di giornalisti internazionali.

Programmi per il futuro? “Vorrei che Enkei continuasse a lavorare sull’idea che si può raggiungere un’estetica sofisticata anche partendo da materiali di recupero e che, nonostante l’urgenza, l’aspetto formale del progetto può e deve avere una dignità incontestabile”.