La storia di un marchio danese che, partito dall'amore per la cucina di legno in stile scandinavo, ha trasformato una falegnameria in un laboratorio di ricerca sul futuro dell’abitare

Ebanisteria, alto artigianato e portare la cucina di legno in stile scandivavo nel mondo: sono queste le passioni che muovono la ricerca di Garde Hvalsøe, il brand danese specializzato nella realizzazione di soluzioni su misura per gli interni.

3daysofdesign è stata l’occasione per conoscere questa piccola realtà, profondamente legata alle origini locali, ma votata all’internazionalizzazione. Orizzonte che punta sulla rotta del design.

Un po’ di storia. Søren Hvalsøe Garde, il titolare, la fonda nel 1990 e due anni più tardi, presenta il suo primo modello di cucina di legno: si tratta di un mobile freestanding in quercia dalle proporzioni importanti. Piani ortogonali e incastri perfetti sono le scelte progettuali che trasformano un’isola attrezzata in un volume senza tempo.

Sempre unico e sempre utile perché autentico.

Dalla scelta dei materiali, alla loro costruzione, tutto viene composto nella falegnameria di Gribskv, a circa 50 km a nord di Copenhagen, dove ha sede la produzione del marchio: qui le maestranze condividono competenze ed esperienze in armonia con i ritmi della natura.

Un racconto che sembra una favola, ma è tutto vero: professionisti giovani e maturi, si passano mani nelle mani appunti e attrezzi sino a rendere ogni singolo pezzo il più vicino possibile alla cucina di legno in stile scandinavo ideale, quella che sognano gli amenti del design dal sapore autentico.

La cucina di legno è solo l'incipit: manualità e filosofia

“L’obiettivo è consentire ai clienti di leggere sulla superficie del legno la nostra storia. In tutta onestà, molto più semplicemente, il nostro è un lavoro di squadra”, racconta il titolare. “Solo mostrandoci per quello che siamo, riusciremo a essere apprezzati oggi e dalle generazioni che verranno”, e contribuire alla definizione di un mondo migliore. Non stride dunque il fatto che proprio qui a Copenhagen, dove la slow life che intreccia bacche commestibili e piste ciclabili, un marchio che muove volumi di mercato contenuti ma solidi, raccolga consensi, soprattutto nel mondo degli studi di architettura.

L’attualità

È lo studio Bunn, la coppia di progettisti rientrati in città dopo aver trascorso qualche anno a New York, a trasformare un’ex fabbrica di automobili (poi studio di stampa fotografica) in showroom.

Siamo nel centro di Copenaghen, all’interno di un cortile privato nella zona di København: 400 mq di galleria d’arte contemporanea è lo spazio ritagliano nella luce nel quale il legno degli arredi bespoke di Garde Hvalsøe trova la sua dimensione. All’ingresso si allunga il tavolo monumentale in legno di frassino di David Thulstrup, attorno, la narrazione prosegue per capitoli: ai mobili cucina importanti fanno da contrappunto le cabine armadio, soglie che tagliano lo spazio a definire le zone giorno e notte.

Un dialogo discreto che si apre alle opere dell’artista danese Sara Martensen.

“Nonostante la posizione centrale, siamo in una zona protetta, al riparo dalla frenetica vita cittadina”, dice Søren, “qui gli ospiti possono immergersi nel nostro mondo, attraversarlo e ascoltare la materia”. Che vibra della sua naturale imperfezione sollecitata dalla sensibilità architettonica di Louise Sigvardt e Marcus Hannibal (i Bunn Studio): “Per noi era importante stressare l’idea di cucina, renderla davvero protagonista.

Non solo per mostrare la qualità della lavorazione artigianale, ma soprattutto le infinite possibilità di personalizzazione che l’azienda è in grado di realizzare”.

Savoir faire e complicità: eccolo il segreto di un’operazione corale. “La messa in scena di un progetto, la sua rappresentazione, è fondamentale per restituire l’autenticità di un’idea”, un modo efficace, tutto analogico, di interpretare il concetto di ambiente immersivo.

I testimoni

Susanne Rützou, tra le ceramiste più conosciute in Danimarca, ha scelto l’ex casa di Søren come spazio di vita e di lavoro. Qui, a pochi passi dalla showroom dell’azienda, il titolare di Hvalsøe Garde ha vissuto insieme alla sorella.

A piano terra troneggia ancora la sua cucina di legno, in olmo: “ha più di quindici anni ed è stata una delle ragioni per cui mi sono innamorata di questo edificio degli anni Trenta. Perché ha un’anima, come le mie ciotole scultoree in gres e porcellana”.

I committenti: gli amanti della cucina di legno in stile scandinavo

Artisti, ceramisti ed architetti. Tra loro Henning Larsen Architects, lo studio che ha progettato la residenza estiva di Tisvilde, una zona a nord di Copenhagen affacciata sul mare. Lo stile è quello tipico dello studio scandinavo per cui è noto sin dai primi anni Sessanta quando è stato fondato.

I proprietari, che preferiscono rimanere anonimi, hanno deciso di aprire le porte per condividere la loro visione della casa.

Per loro era fondamentale creare un ambiente permeabile alla natura, al paesaggio meraviglioso tipico della costa settentrionale dell'isola danese di Zealand.

Dune e natura selvaggia non potevano rimanere solo uno skyline da ammirare attraverso le ampie vetrate, così Larsen, apprezzato per il suo approccio sostenibile mai radicale, costruisce una residenza in armonia con l’uomo e l’ambiente. Stanze passanti, luce e legno di quercia. Quello di Garde Hvalsøe, lavorato poco distante da qua. Perché in natura, tutto torna.