Gli oggetti complessi ci descrivono meglio delle parole
Come? Il brief di Emersivi ha invitato i designer a riflettere. Siamo ormai animali anfibi, sia digitali che analogici, e abbiamo bisogno di oggetti che rispecchiano questa natura complessa, che ci facciano capire quali funzioni siamo e quali azioni ci rappresentano.
Gentile è partito dai rituali del passato: “Ho visto delle immagini di quarant’anni fa di famiglie sedute a cena che guardano il TG. Un rituale che già spostava l’attenzione dei commensali dal cibo a uno schermo. Quindi: qual è la differenza?”
Oltre i bias si scopre uno strumento amorevole
In effetti nessuna, o davvero poca e un po’ ipocrita: si pensa che il cellulare ci isoli dagli altri mentre invece la televisione perlomeno è un rituale comune. “È un preconcetto, un giudizio affrettato. La domanda che il design si fa, sempre, è: perché no?”, commenta Paolo Gentile.
“Se mentre ceno a Napoli sono in call con la mia fidanzata, non sono solo e non sono distratto. Al contrario”.
Usiamo gli smartphone per sentirci vicini alle persone che amiamo, sostiene il designer. Il rito è lo stesso, cambia lo strumento. È la diffidenza nei confronti dei cambiamenti a creare giudizi e condanne, questo è risaputo: “C’è una preoccupazione esagerata per la tecnologia. Come se non ci accorgesse che è uno strumento utile a coltivare legami e a suscitare conforto e vicinanza”.
Il design ci rende più lievi delle parole
Il design sa come fare: “L’unico modo per superare il bias è giocare ironicamente con l’idea di una tecnologia cattiva. Il piatto è a forma di goccia, con una parte inclinata. Sulla parte finale della falda ho disegnato una piccola zanca che serve a incastrare il telefono in posizione verticale”.
Il piatto risolve compiutamente un gesto che già tutti facciamo: appoggiare il telefono alla bottiglia dell’acqua o a al cartone del latte per poter guardare le notizie, leggere un libro o parlare con qualcuno che amiamo. “La parte ironica è nell’effetto prospettico: sembra che il telefono si mangi il piatto e pure il suo contenuto”.
È il guizzo, l’idea che alleggerisce il giudizio perché fa un po’ ridere, ci rende più lievi. ”La dose di spirito permette alle persone di fare esperienza sorridendo, sdoganando un gesto che non ci sembra corretto fare a tavola. Ma che in realtà facciamo tutti”.
Smombie entrerà nel catalogo orografie nel 2024.
Cover photo: Long Xiangyu, TikTok in Kham. Festival della Fotografia Etica