Già prima dello scoppio della pandemia mondiale che ha cambiato il modo in cui lavoriamo, il mondo dell’ufficio era attraversato da un sottile cambiamento che si sarebbe poi rivelato irreversibile. Prima del 2020 le aziende facevano già a gara per adeguarsi agli sviluppi imposti dalla digitalizzazione.
Già da tempo la tecnologia aveva infatti trasformato gli strumenti di lavoro in dispositivi mobili - come telefoni, portatili e tablet. La possibilità di lavorare da casa propria e l’economia del lavoro autonomo erano già una realtà e spesso, già allora, si andava in ufficio o negli spazi di co-working unicamente per ragioni di interazione umana.
Questo ero lo scenario del mondo del lavoro prepandemico. Il massiccio lockdown che ci è stato imposto e il diffondersi di nuovi approcci al lavoro hanno accelerato un processo già in atto. È quindi legittimo chiedersi cosa ci aspettiamo dall’ufficio oggi e come sarà configurato lo spazio di lavoro in futuro.
Un luogo in cui si vuole stare
Nell’ultimo episodio del podcast Gensler Design Exchange, Liz Stern, managing partner dello studio legale Mayer Brown di Washington, ha condiviso la sua esperienza relativa alla riprogettazione degli uffici del gruppo, firmata dallo studio Gensler.
Mayer Brown e Gensler hanno definito il principio di progettazione dello spazio di lavoro come 'un luogo in cui si vuole stare' e hanno deciso di infondere agli ambienti un'atmosfera accogliente, ispirata all’architettura dell’ospitalità.
Molti produttori stanno puntando su questa prospettiva dell’ufficio accogliente. Nella stessa direzione si è espressa anche la designer Margherita Rui che collabora da anni con l’azienda veneta specializzata nella produzione di sistemi per l’ufficio Milani: "La chiusura forzata in pochi metri quadri durante la pandemia ha fatto emergere in tutti noi il desiderio di libertà e di vita a contatto con la natura, e la necessità di rileggere il nostro rapporto con l’outdoor. Il progetto del verde sarà un tema fondamentale per l’ufficio del futuro per garantire sempre più ai lavoratori il concetto di comfort e accoglienza".
Nuovi spazi di interazione
La scrivania e la sedia dell’ufficio tradizionale non ci saranno più, salvo continuare ad esistere in quelle organizzazioni per cui la postazione fissa è ancora necessaria.
"Oggi sempre più gli spazi di lavoro coincidono con quelli abitativi”, continua Margherita Rui, "trascorriamo molto tempo tra le mura domestiche e gli incontri in ufficio sono limitati ai momenti di condivisione.
Si va verso un ‘abbandono’ del concetto di postazione a favore della progettazione di spazi meeting e confronto dinamici. Per questo motivo il mondo dell’ufficio deve rispondere alla crescente necessità di scambio e partecipazione".
Come spiega Marianna Fantoni, direttore tecnico di Fantoni, azienda friulana produttrice di mobile per l’ufficio e pannelli MDF, anche la loro ricerca si sta focalizzando su questo tema: "Stiamo lavorando su quello che chiamiamo il 'terzo spazio'. All’interno degli uffici, ci sono le postazioni di lavoro e le sale riunioni. Accanto a queste, ci sono poi altri ambienti che stanno diventando sempre più rilevanti, come le sala d’attesa, le aree break o le zone caffetteria, che si stanno sempre più configurando come il vero cuore di un ufficio.
Stiamo cercando di traslare tutte le necessità che abbiamo visto sul mercato in questa nuova zona che andrà probabilmente a oscurare il vecchio concetto di open space con le postazioni fisse."
La riscoperta della privacy
'Interazione' suona stupendo ma, se implica dover subire le risposte di chi lavora con te a tutte le telefonate, qualche volta non raggiunge lo scopo.
L’ufficio ha imparato che i microambienti acustici risolvono il difetto maggiore dell’ufficio condiviso: il rumore. Gli Acoustic Booth di Fantoni sono un sistema di microambienti riparati per l’ufficio condiviso costituito da pannelli di tessuto fonoassorbente. Isolanti e raccolte, queste zone protettive semitrasparenti offrono privacy o in caso di necessità.
L’ufficio flessibile
In questo scenario ancora non completamente nitido, secondo il produttore svizzero Vitra, "gli ambienti lavorativi si devono poter adattare facilmente a situazioni mutevoli, il che va ben oltre alla mera aggiunta o rimozione di postazioni di lavoro. Si traduce piuttosto nella capacità di modificare gli ambienti e le relative funzioni. La soluzione più semplice è data dall'open space, che si può strutturare in funzione delle esigenze che cambiano."
I sistemi di mobili per l’ufficio ideati da Vitra, come per esempio, Comma, si rivolgono a imprenditori che sanno che il lavoro non deve essere necessariamente svolto in ufficio, a meno che non sia richiesta un’interazione con la vita reale, persone o cose. Sanno che i periodi di locazione sono più brevi; gli obblighi contrattuali sono meno numerosi; e che i modelli di business sono in continua evoluzione – proprio come i team e gli incarichi.
Anche UniFor, azienda del Gruppo Molteni specializzata in soluzioni di arredo per i luoghi di lavoro, ha presentato una collezione aperta e liberamente configurabile: Principles, disegnata da OMA.