Essere una B-Corp vuol dire lavorare soltanto con altre B-Corp o società benefit?
Alessandro Chiesi: “Da subito, abbiamo iniziato a chiedere ai nostri fornitori di dotarsi di standard precisi che si avvicinassero ai nostri, chiaramente dando il tempo perché potessero avviare e completare un percorso complesso e articolato.
Oggi alcune certificazioni sono per noi un parametro decisivo nella scelta delle aziende con cui collaborare.
Nel 2020 ci siano dati un documento, il codice di interdipendenza, che fa parte dell’essenza stessa dell’essere una B Corp, e che vale innanzitutto per i partner strategici.
Le aziende sono il motore più efficace e potente del cambiamento: l’obiettivo è che quante più imprese possibili diventino società benefit o B-Corp”.
È possibile chiedere allo Stato di avere dei riconoscimenti sul mercato degli appalti o almeno degli sgravi fiscali per chi è virtuoso?
Alessandro Chiesi: “Qualsiasi provvedimento che vada nella direzione di favorire chi si è sforzato di portare a compimento un percorso di attenzione per il territorio, la comunità e l’ambiente, sarebbe positivo.
Questa attenzione vuol dire creare le condizioni giuridiche e la cornice giusta perché sia più corretto investire in direzioni 'sane'. Non chiediamo finanziamenti pubblici, semmai forme di premialità e supporto.
Il primo cliente di un’azienda come la nostra, che lavora per la salute, è lo Stato, e uno Stato che aiuta le B Corp aiuta sé stesso.
In Francia questa percezione sta diventando via via realtà: gli aspetti di sostenibilità contano solo il 5 per cento nelle gare per gli acquisti di materiali ospedalieri, ma il governo sta lavorando per aumentarne il peso".