Non solo attraverso gallerie d’arte o fiere di settore, il collectible design o design da collezione è sempre più venduto attraverso marketplace online che si presentano come piattaforme di selezione e curatela.
Non vengono proposti soltanto articoli vintage o arredi di maestri del design internazionale, ma anche progetti di designer indipendenti e prodotti di nicchia, unici e rari.
È il contenitore a dare l’imprimatur, a farsi garante della loro qualità, grazie a una presenza in rete consolidata e sostenuta da uno staff dalla carriera specchiata e, soprattutto, grazie a un’identità precisa che individua prodotti in assonanza tra di loro.
Tra i primi e più solidi come volumi e diffusione per il collectible design ci sono 1stDibs e Pamono, con una vasta collezione di mobili, lampade e accessori sia nuovi che vintage di provenienza internazionale.
Frankbros offre invece una selezione di solo design contemporaneo con opere in esclusiva – aspetto che sicuramente coadiuva la scelta e la reputazione della piattaforma.
C’è chi punta su una curatela rigorosa e designer emergenti, come la galleria digitale Adorno e il recente shop online della piattaforma curatoriale Alcova, rivolgendosi a un pubblico di esperti del design da collezione.
Oppure ci sono marketplace che selezionano artefatti dal carattere spiccatamente artigianale, con la volontà di promuovere un design rispettoso del saper fare e delle tradizioni, così come delle persone che lo realizzano.
È il caso di AMO.shop, promosso da Ambra Medda, curatrice tra le prime a promuovere il collectible design in rete con larcobaleno.com, acquisito da Pamono nel 2015; oppure di Obakki e Kalinko, che selezionano prodotti artigianali legati a principi etici e ad antiche tecniche tradizionali.
1stDibs
Istituito nel 2000 con sede negli Stati Uniti, 1stDibs segue oltre 4.700 venditori a livello globale per un volume di circa 11 milioni di pezzi di collectible design in vendita e oltre 40 mila contatti al mese per richieste di informazioni o acquisti.
Ma come orientarsi con una scelta online così vasta? “Abbiamo organizzato l’esperienza del sito”, spiega Nancy Hood, chief marketing officer di 1stDibs, “pensando a uno showroom metropolitano di lusso: gli acquirenti contattano direttamente i venditori per personalizzare o commissionare le loro scelte.
Le modalità di acquisto sono differenti: dagli articoli in offerta ai prezzi negoziabili, alle aste. Ciò che rende unico 1stDibs è la combinazione tra una selezione di prodotti di collectible design altamente curata e un’esperienza di acquisto online facile”. Nel marketplace i più ricercati sono i prodotti celebri: “Dal punto di vista della ricerca, potrei citare le sedie degli Eames e di Marcel Breuer, i lampadari di Murano, le sedute di Michel Ducaroy, le lampade di Charlotte Perriand e il tavolo di Eero Saarinen. Ciò dipende anche dalla consapevolezza dell’impatto sul pianeta dei ‘mobili veloci’ [di scarsa qualità, ndr] e dal desiderio di circondarsi di oggetti che dureranno per generazioni”.
Artemest
Artemest è nato nel 2015 da Marco Credendino e Ippolita Rostagno, con l’intuizione che il mondo del design potesse vivere la trasformazione digitale registrata dal settore del fashion e che il Made in Italy e il suo alto di gamma rappresentasse una forte attrattiva anche nell’acquisto online.
Anche in questo caso, la curatela nella selezione dei collectible è un punto di forza così come la rete dei “vendor” che distribuiscono direttamente i propri prodotti. A questi Artemest offre servizi di comunicazione, storytelling e promozione, quali i pop-up store o le svariate installazioni curatoriali durante le principali design week internazionali. E oggi anche una divisione per l’interior design nel real estate.
“I nostri clienti”, spiega Lucrezia Doria, head of brand and special projects in Artemest, “sono sia individui appassionati di collectible design e artigianato sia i migliori studi di architettura e interior design, che cercano soluzioni personalizzate per progetti di alto profilo.
Artemest ha un catalogo di oltre 60 mila prodotti e collabora con oltre 1.300 artigiani e aziende distribuiti in tutti i principali distretti italiani. Abbiamo un team che viaggia in tutta Italia alla ricerca di queste realtà e che visita i laboratori e vede i prodotti prima del caricamento sul sito”.
Tuttavia, nonostante Artemest punti a vendere l’italianità, i clienti sono per lo più esteri: “Da sempre lavoriamo bene con gli Stati Uniti – infatti svilupperemo la nostra presenza fisica in Florida, Texas e California – e stiamo osservando un interesse nel Medio Oriente.
I collezionisti sono propensi ad acquistare un oggetto anche di un nome che non conoscono grazie all’importante lavoro di storytelling che facciamo sugli artigiani autori degli oggetti. Per questo scopo è fondamentale puntare su touch point sia digitali che fisici con eventi, pop up store e spazi espositivi con un’impostazione simile a quella di Artemest Galleria New York”.
Adorno
Destinazione online per il design da collezione contemporaneo, la galleria digitale Adorno è stata fondata nel 2017 con l’obiettivo di fare scouting di designer sotto-rappresentati e fornire loro una scena globale, consentendo a professionisti e collezionisti di scoprire pezzi unici che non possono essere trovati altrove.
“Miriamo a implementare le relazioni con i designer emergenti migliorando la nostra piattaforma digitale”, precisa Martin Clausen, cofondatore e direttore creativo di Adorno, “per offrire un’esperienza di acquisto più personalizzata.
Vogliamo anche favorire connessioni più profonde tra produttori, collezionisti e interior designer attraverso mostre, collaborazioni e collezioni curate. Prevediamo di implementare le nostre partnership con professionisti di nuovi mercati per presentare collezioni che si allineino ai movimenti culturali locali”.
Alcova
Ha debuttato quest’anno lo shop online della piattaforma curatoriale Alcova, perché anche nel design da collezione stanno cambiando i modi della vendita: “Oggi è più interessante”, precisano i fondatori di Alcova, Valentina Ciuffi e Joseph Grima, “costruire un ponte tra i possibili acquirenti di questo mondo, che sono tanti, e i designer. Senza esclusive troppo strette o dinamiche da galleria tradizionale che, se non si hanno radici molto ben strutturate, non sembrano offrire un modello in grado di resistere.
Ciò che più è in evoluzione sono le modalità di ricerca e il tipo di commercializzazione di queste opere da collezione che aumentano di numero e interessano sempre di più non solo i collezionisti ma anche interior designer o architetti giovani, i quali sanno come si sta trasformando il gusto in generale e rivedono la loro prospettiva sugli standard classici degli spazi abitativi”.