Spaziale: ognuno appartiene a tutti gli altri. È questo il tema scelto dal collettivo Fosbury Architecture (dal nome anglosassone ma italianissimo) per il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2023.
Ma chi sono i Fosbury Architecture? E cosa vuole dire Spaziale?
Fosbury Architecture: i curatori del Padiglione Italia alla Biennale 2023
Composto da cinque architetti animati da altrettanti interessi e aspirazioni personali, Fosbury Architecture fa del procedere al contrario la propria modalità di lavoro. Con un approccio più attento ai processi che alla forma
Nati fra il 1987 e il 1989, Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino e Claudia Mainardi, hanno fondato a Milano – ancora studenti - nel 2013 il “collettivo di design e ricerca” Fosbury Architecture.
Il nome che hanno scelto è già il programma del loro modus operandi: ispirandosi al campione di salto in alto Dick Fosbury con il suo nuovo modo (oggi lo definiremmo disruptive) di superare l’asticella di schiena, mettono in discussione le tradizionali modalità di progetto.
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Dai cortometraggi al restauro, dai fanzine alla curatela di libri e installazioni, più che alla forma sono interessati ai processi, tendono a valorizzare i contenuti e le esperienze piuttosto che i prodotti e l’intrattenimento.
Per Fosbury Architecture, l’Architettura è una 'pratica di ricerca' che va oltre la costruzione di manufatti, così come la Progettazione è sempre il risultato di un lavoro collettivo e collaborativo, che supera l’idea dell’architetto-autore (e archistar). Nella loro visione lo spazio è al contempo luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio delle possibilità.
Il loro modo di 'superare l’ostacolo di spalle' è mettere in discussione abitudini e automatismi della disciplina affrontando i progetti a partire dal mix di esperienze che li contraddistingue. Ai Fosbury, la definizione di architetti sta stretta: sono progettisti, curatori, ricercatori, incubatori di progetti, problem solver.
Spaziale: di cosa parla il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2023
Il Padiglione Italia promuove, nelle parole dei curatori, “azioni pioniere relative a un orizzonte temporale che vada oltre la durata della Biennale Architettura 2023”.
Il progetto del Padiglione Italia espande la sua permanenza temporale per articolarsi in due momenti (e in spazi differenti), il primo propedeutico al secondo.
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Prima fase. “Spaziale presenta”, da gennaio ad aprile 2023
Nei quattro mesi precedenti all’apertura della Biennale Architettura 2023, verranno attivati 9 interventi site-specific in altrettanti luoghi selezionati in tutto il territorio italiano.
L’intento è quello di offrire, spiega Onofrio Cutaia, direttore generale Creatività Contemporanea del MiC e commissario del Padiglione Italia, “uno spaccato della cultura architettonica delle generazioni più giovani e sperimentali, che puntano a esaltare la componente interdisciplinare e a rivedere la figura dell’architetto come colui che sa rapportarsi in modo innovativo e originale con le comunità e con i territori”.
Un processo, “tanto complesso quanto lirico” nel quale i curatori si calano nel ruolo di mediatori “tra diverse costellazioni di agenti, locali e non, attori di un progetto collettivo”.
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Seconda fase: la sintesi formale. “Spaziale: Ognuno appartiene a tutti gli altri”
Il risultato dei processi innescati nei 9 territori nei mesi precedenti verrà esposto all’interno del Padiglione Italia dal 20 maggio al 26 novembre 2023. C’è da aspettarsi una diversa e originale immagine dell’architettura italiana nel contesto internazionale.
A partire dal mese di gennaio 2023 il sito web https://spaziale2023.it/e l’account Instagram @spaziale.presenta, racconteranno il work in progress di Spaziale presenta e l’attivazione dei 9 interventi.
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1/9: Post Disaster Rooftops EP04 è il titolo della prima delle nove attivazioni site-specific di Spaziale presenta.
La prima delle nove attivazioni del Padiglione Italia curato da Fosbury Architecture avverrà nella città di Taranto, in Puglia, e coinvolgerà come progettisti il collettivo Post Disaster (fondato da Gabriele Leo, Gabriella Mastrangelo, Grazia Mappa, Peppe Frisino) e come advisor le performer, attiviste e ricercatrici Silvia Calderoni e Ilenia Caleo.
Chi è Post Disaster (ovvero la metafora del disastro per comprendere le tensioni globali)
Post Disaster è un collettivo interdisciplinare la cui pratica interseca azioni spaziali, performative ed editoriali. La loro ricerca utilizza la metafora del disastro inteso come una lente territoriale per la comprensione di dinamiche e tensioni globali.
Il collettivo è affiancato da Silvia Calderoni - performer, attrice e autrice nella scena contemporanea e di ricerca italiana – e Ilenia Caleo, filosofa di formazione, performer, drammaturga, attivista e ricercatrice.
Post Disaster Rooftops EP04, quarto episodio del progetto Post Disaster Rooftops, interpreta i tetti come spazi urbani non convenzionali.
Dai tetti della Città Vecchia di Taranto è possibile compiere una ricognizione immediata degli effetti della crisi (ambientale, economica, sociale…) e, allo stesso tempo, immaginare futuri alternativi.
“L’Italia è una costellazione di territori fragili – sottolineano i curatori, Fosbury Architecture. – Per alcuni la catastrofe è un evento tristemente ciclico, per altri un futuro ineluttabile, per altri ancora parrebbe essersi già manifestata.
Convivere con il disastro è un tema a cui architetti e progettisti non possono più sottrarsi, per immaginare progetti che tentino di confrontarcisi concretamente.”
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2/9: La terra delle Sirene è il titolo della seconda delle nove attivazione site-specific di Spaziale presenta
La seconda delle nove attivazioni del Padiglione Italia curato da Fosbury Architecture avverrà nella Baia di Ieranto (Massa Lubrense, Napoli), e coinvolgerà i progettisti BB – Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio. Advisor: Terraforma, incubatore: FAI – Fondo per l’Ambiente italiano
La Baia di Ieranto è l’insenatura all’estremità della penisola sorrentina di fronte ai faraglioni di Capri, dal 1987 patrimonio del FAI – Fondo Ambiente Italiano. Fu qui che, secondo Plinio il Vecchio, Ulisse avrebbe
incontrato le sirene, rimanendo ammaliato dal loro canto durante il suo viaggio di ritorno a Itaca raccontato da Omero nell’Odissea.
La baia è stata scelta dall’atelier di progettazione BB, fondato nel 2021 da Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio, e il team di Terraforma, festival musicale internazionale dedicato alla sperimentazione artistica e alla sostenibilità, per lavorare attorno allo stato ambientale del fondo marino e allo stesso tempo generare nuove forme di 'aggregazione rituale'.
“Davanti al declino dell’antropocentrismo e in preparazione alla sfida per la sopravvivenza della specie umana – spiegano i curatori, Fosbury Architecture – emerge la necessità di riconfermare il contratto spaziale tra uomo e natura, nella prospettiva dei futuri cambiamenti climatici.”
Un progetto tra mitologia e tecnologia che, attraverso una performance, esplora nuove forme di aggregazione rituale e il rapporto con l'ambiente circostante.
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3/9: Sot Glas è il titolo della terza delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”
Questa terza attivazione avverrà nella città di Trieste, in Friuli-Venezia Giulia, e coinvolgerà come progettista l’artista, designer e ricercatrice Giuditta Vendrame e come advisor la regista Ana Shametaj. Incubatore del progetto sarà il Trieste Film Festival.
Cos’è Sot Glas
[sot dal friulano 'sotto', e glas dallo sloveno 'voce'] è un’installazione che riattiva i cinquecento metri di tunnel sotterranei del rifugio antiaereo Kleine Berlin costruito durante la Seconda Guerra Mondiale. Iconico e oscuro luogo difensivo, Kleine Berlin segna un confine doloroso che indaga il senso di appartenenza, ridefinendo l’inizio e la fine di un Paese e della sua comunità.
“Mai come oggi si costruiscono muri per proteggere confini fisici e mai come oggi si dissolvono i confini nel digitale. – Sintetizzano i curatori, Fosbury Architecture – Investigare il senso di appartenenza significa ridefinire che forma abbia il limite e di conseguenza dove inizi e finisca un
Paese e la sua comunità”.
4/9: Uccellaccio è il titolo della quarta delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”
Questa quarta attivazione avverrà a Ripa Teatina, in provincia di Chieti in Abruzzo, e coinvolgerà come progettista il collettivo di architettura HPO (Alessandro Argentesi, Luca Cei, Mara Femia, Filippo Ferraro, Gregorio Giannini, Gabriele Giau, Giulio Marchetti, Oreste Montinaro, Dario Rizzi, Riccardo Simioni, Giorgio Scanelli). Advisor: la scrittrice Claudia Durastanti. Incubatori del progetto: MAXXI L’Aquila e Comune di Ripa Teatina.
Cosa si propone il progetto?
Nel 1973 a Ripa Teatina, un paese nell’entroterra abruzzese che conta 4000 abitanti, venne posata la prima pietra di un’opera ancora oggi incompiuta. Dopo cinquant’anni e svariati tentativi di completamento alternati a ipotesi di demolizione, quell'edificio abbandonato a se stesso, rimane, per la sua comunità, una presenza tanto scontata quanto invadente.
In una prospettiva di pacificazione e disvelamento, il progetto si propone come occasione per immaginare un nuovo processo di riattivazione partecipato, capace di addomesticare l’'ecomostro' che così tanto ha segnato la vita di quel territorio.
“In architettura non esiste una controparte positiva al costruire. La demolizione non è un processo in sé, ma solo l’ineluttabile conclusione di una parabola – dichiarano i curatori, Fosbury Architecture – Crediamo che nella decostruzione e nello smontaggio selettivo si possa coltivare un futuro, anche economico, di rigenerazione sostenibile”
Chi è HPO?
HPO è una comunità di architetti con sede a Ferrara. Attraverso varie scale di intervento e un atteggiamento collaborativo e sperimentale, mira a dimostrare i risultati non ovvi della professione dell’architetto.
5/9: Concrete Jungle è il titolo della quinta delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”
Questa quinta attivazione avverrà sulla terraferma veneziana, l’entroterra bagnato dalle stesse acque della laguna, da sempre legato alla città antica. Il progetto è dello studio di design e di ricerca Parasite 2.0 (Eugenio Cosentino, Luca Marullo, Stefano Colombo). Advisor: il collettivo di artisti e designer Brain Dead nella persona di Elia Fornari. Incubatore del progetto: il Museo M9.
Cos’è Concrete Jungle?
Concrete Jungle è una locuzione mutuata dalle sottoculture metropolitane che racconta l’ambiente urbano come simbolo dell'ambiguo rapporto tra artificiale e naturale nella relazione uomo-natura. Nello spazio metropolitano selvaggio, l’essere umano, ritornato animale, affronta una lotta quotidiana per la sopravvivenza. Allo stesso tempo, la condizione urbana lo spinge alla fuga nella speranza di riscoprire una dimensione ancestrale e incontaminata del paesaggio.
L’arrampicata è una delle attività che maggiormente restituisce questa duplice tensione: nella sfida tra il corpo umano e la parete da scalare, l’essere umano si misura con l’ambiente ostile.
“Come per tutte le dinamiche umane, anche il tempo libero si organizza per gruppi sociali, culturali ed etnici.– Ribadiscono i curatori, Fosbury Architecture. – Crediamo che il design possa essere un potente strumento per scardinare le discriminazioni latenti di attività che spesso si dimostrano più divisive che ricreative”.
Chi è Parasite 2.0?
Parasite 2.0, fondato da Eugenio Cosentino, Luca Marullo e Stefano Colombo, dal 2010 opera in forma di architetture temporanee, interior ed exhibition design. Il suo interesse è volto all’investigazione dello stato dell’habitat umano attraverso un ibrido tra architettura, design e scenografia.
Chi è Elia Fornari (Brain Dead)?
Brain Dead è un collettivo creativo di artisti e designer di tutto il mondo. Con il suo approccio dirompente e grafico, il marchio prende spunto dal post punk, dai fumetti underground e dallo spirito della subcultura nel suo complesso.
6/9: Sea Changes – Trasformazioni Possibili è il titolo della sesta delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”
Questa sesta attivazione avverrà nell’area del Montiferru, zona montuosa della Sardegna centro-occidentale.
- Il progetto è a cura della piattaforma per pratiche spaziali e relazionali Lemonot, (Sabrina Morreale, Lorenzo Perri).
- Advisor: Roberto Flore, ricercatore.
- Incubatore del progetto: Cabudanne De Sos Poetas.
A quali necessità risponde il progetto?
Nel corso degli ultimi anni, importanti studi scientifici hanno dimostrato la necessità e l’urgenza di ripensare i sistemi di produzione e consumo alimentare in un’ottica più sostenibile.
Come possiamo crearne di nuovi, culturalmente rilevanti anche per le generazioni future? Quali saranno gli impatti che potrebbero generare sulle micro filiere produttive proprie di ogni territorio?
Nel tentativo di dare risposta a queste necessità sempre più stringenti, il progetto di collaborazione, prende in analisi alcune delle filiere produttive tipiche del territorio sardo, tra cui la filiera del Muggine e della la Bottarga, quella del Bue Rosso e del Casizolu del Montiferru, della Pecora e del Fiore sardo Dei Pastori, e ancora la filiera dei Cereali e quella dei vini come la Vernaccia di Oristano e la Malvasia di Bosa.
È fondamentale riconoscere - e contemporaneamente mettere in discussione - la rilevanza culturale delle consuetudini alimentari, studiandole a sistema con il paesaggio, l’ambiente, i modelli di sostentamento economico e il patrimonio architettonico.
“Se mai decidessimo di incamminarci concretamente sulla strada della transizione ecologica,– sostengono i curatori, Fosbury Architecture – dovremmo guardare al cibo come a un complesso ecosistema fatto di processi energivori, estremamente inquinanti e segnati da profonde diseguaglianze nell’accesso alle risorse”.
Cos'è Lemonot?
Lemonot @_lemonot è una piattaforma per pratiche spaziali e relazionali fondata da Sabrina Morreale e Lorenzo Perri. Nata il giorno della Brexit, oggi si muove tra Londra, l’Italia, Vienna e l’America Latina. Opera tra l’architettura e le arti performative.
Chi è Roberto Flore?
Roberto Flore è un ricercatore nell’ambito dell’alimentazione. Nel 2018 ha fondato il DTU Skylab FoodLab, laboratorio interdisciplinare
7/9: La Casa Tappeto è il titolo della settima delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”
Questa settima attivazione avverrà nel cuore di Librino, quartiere della città di Catania, e coinvolgerà come progettista Studio Ossidiana (studio di progettazione fondato da Giovanni Bellotti e Alessandra Covini).
- Advisor: Adelita Husni-Bey, artista visiva.
- Incubatori del progetto: Associazione Talità Kum e Ordine degli Architetti di Catania.
- Supporto tecnico: Ortigia Sound System.
Cos'è la Casa Tappeto?
All’interno del parco 'fantasma' del quartiere catanese di Librino, La Casa Tappeto è un padiglione mobile e temporaneo che si fa interprete di un desiderio collettivo di ombra, protezione e leggerezza, proponendosi di immaginare una pedagogia alternativa e transgenerazionale.
“Costruire ha sempre coinciso con il tentativo umano di addomesticare il mondo. La capanna primitiva per proteggersi dalla pioggia si realizzerebbe oggi con tonnellate di polistirene espanso. – Dichiarano i curatori, Fosbury Architecture. – Siamo convinti che esistano modi gentili di combinare il benessere termico/climatico a quello sociale e di accogliere una comunità prendendosene cura”.
Studio Ossidiana
Basato a Rotterdam e fondato da Giovanni Bellotti e Alessandra Covini, lavora all'incrocio tra architettura, design e paesaggio. In equilibrio tra ricerca e produzione, lo studio esplora approcci innovativi attraverso edifici, materiali, oggetti e installazioni.
Adelita Husni-Bey
Artista visiva il cui lavoro si concentra su complesse questioni di genere, razza e classe utilizzando modelli pedagogici collettivi e informali nel contesto degli studi urbani.
8/9: Tracce di Bel Monte è il titolo dell’ottava delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”
Questa ottava attivazione si svolge a Belmonte Calabro, paese situato nell'entroterra della Calabria in posizione panoramica sul mar Tirreno, e coinvolge come progettista il collettivo Orizzontale.
Advisor: Bruno Zamborlin ricercatore, imprenditore e artista.
Incubatori del progetto: La Rivoluzione delle Seppie e il Comune di Belmonte Calabro.
Qual è l’obiettivo di questa attivazione?
Nella cornice del giardino dell’antico castello del paese calabrese, Tracce di Belmonte mira a riattivare uno spazio in disuso per promuovere uno scambio diretto tra gli abitanti e il luogo attraverso un intervento architettonico leggero e la sperimentazione di nuove tecnologie.
Autocostruzione e tecnologia incoraggiano la scoperta e la cura di un bene pubblico, nel tentativo di dare il via a processi di riqualificazione a lungo termine.
Spiegano i curatori, Fosbury Architecture: “Alcuni paesi d’Italia sono profondamente isolati, non solo per la distanza dai centri urbani, ma soprattutto perché digitalmente svantaggiati. Da anni si discute di diritto di accesso alla rete e di rigenerazione delle aree spopolate, perché non vederle come due facce della stessa medaglia?”.
Orizzontale Collettivo il cui lavoro attraversa i campi dell’architettura, dell’urbanistica, dell’arte pubblica e della pratica DIY. Promuove progetti di spazi relazionali comuni, dando forma a immagini di città sia dismesse che inedite.
BrunoZamborlin , ricercatore AI, imprenditore e artista basato tra Londra e Milano, lavora nel campo dell’interazione uomo-computer.
9/9: Belvedere RN-M-G-M/G-Clt UNI EN 13163:2013 è l’ultima delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”
Questa nona e ultima attivazione avviene nella Piana di Firenze-Prato-Pistoia, e coinvolge come progettisti gli studi (ab)Normal e Captcha Architecture. Advisor: Emilio Vavarella, artista. Incubatore del progetto: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.Qual è l’obiettivo di questa attivazione?
Belvedere si pone l’obiettivo di ricostruire le geografie nascoste dietro all’'idillio pastorale toscano'. Il progetto è pensato come un viaggio dal pittoresco al tecno-pastorale, capace di rivelare e decostruire l’idea di autenticità legata all’immagine commerciale da cartolina della Toscana. In particolare due sono le geografie automatizzate messe in scena dal progetto: l’apparato vivaistico ornamentale e quello della produzione di elementi da costruzione in stile. Caratterizzata da piante ornamentali e da costruzioni in stile, la zona mostra la possibilità di vivere il 'retrobottega' dove l’area vivaistica diventa un vasto giardino urbano per il tempo libero. Un innovativo turismo industriale interpreta questa regione produttiva come una 'foresta totale' che, oltre a fornire la cifra estetica di una vasta area metropolitana, ne diventa il maggior centro di assorbimento di anidride carbonica. "L’edilizia, come tutti gli altri settori produttivi e come previsto dagli accordi di Parigi, punta alla neutralità carbonica entro il 2050. – Sottolineano i curatori, Fosbury Architecture. – Per raggiungere un traguardo di tale portata sarà necessario accantonare ogni genere di retorica e operare secondo una sostenibilità laica in grado di adattarsi a tutti i contesti, anche a quelli più controversi."(ab)Normal
(ab)Normal è uno studio di progettazione e agenzia creativa che esplora aree quali design, architettura, scenografia e arte digitale.Captcha Architecture
Captcha Architecture è uno studio di architettura fondato sulla ricerca che indaga la condizione contemporanea attraverso la relazione tra architettura, politica, tecnologia ed ecologia.Emilio Vavarella
Emilio Vavarella è un artista che lavora all’intersezione tra pratica artistica interdisciplinare e ricerca teorica.Il calendario delle nove attivazioni di Spaziale Presenta
Dopo aver coinvolto le nove città - Taranto, Massa Lubrense (NA), Trieste, Ripa Teatina (CH), Venezia, Montiferru (OR), Librino (CT), Belmonte Calabro (CS), Prato-Pistoia - il lavoro collettivo attivato dal progetto di Fosbury Architecture per il Padiglione Italia alla 18. Mostra Internazionale di Architettura entra nella fase concreta che ne prevede la realizzazione nelle seguenti date:- 31 marzo e 1 aprile 2023: Tracce di BelMondo
- 2, 3 e 4 aprile 2023: La Casa Tappeto
- 6 e 7 aprile 2023: Sot Glas
- 12, 13 e 14 aprile 2023: Sea Changes: Trasformazioni Possibili
- 14 e 15 aprile 2023 (1° parte); 28, 29 e 30 aprile 2023 (2° parte): Uccellaccio
- 16, 17 e 18 aprile 2023: La Terra delle Sirene
- 21, 22 e 23 aprile 2023: Post Disaster Rooftops EP04
- 24, 25 e 26 aprile 2023: Concrete Jungle
- 1, 2 e 3 maggio 2023: BELVEDERE RN-M-G-M/G-Clt UNI EN 13163:2013