Non basta guardarli: i divani di Edra devono essere provati, vissuti, amati. Si possono usare per lavorare, rilassarsi, chiacchierare cambiando in continuazione il proprio modo di sedersi. E loro ti assecondano, come fedeli compagni di viaggio

Sembra una banalità, ma non è facile trovare divani che riescano ad accompagnare qualsiasi esigenza di seduta. Troppo rigidi, troppo morbidi, con lo schienale troppo basso o troppo alto, che devono essere riempiti di cuscini per riuscire a incontrare la posizione perfetta. Che poi, ovviamente, cambia a seconda di chi si siede o, semplicemente, del momento della giornata. È come se il divano in sé non bastasse: e i morbidi aiutanti diventano l’escamotage per accompagnare il nostro corpo.

Così non è per i divani di Edra dove l’innovazione parte dal cuore del progetto, ovvero la sua struttura interna che nasce da una ricerca profonda indirizzata a trovare un comfort a 360° e accompagnare la persona in ogni suo stato d’animo. Un’idea di divano che è un invito a vivere liberamente la casa e che ha origine sempre in una storia e si sviluppa pian piano partendo dalla struttura per poi prendere forma nel progetto finale. In questo, l’intesa tra Valerio Mazzei, presidente di Edra, e Francesco Binfaré, loro autore da quasi trent’anni, gioca un ruolo fondamentale.


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Dopo essersi formato sotto la guida del padre, Francesco Binfarè ha iniziato a lavorare per Cassina nel 1960. Dapprima nella ricerca di nuove tecnologie, poi come assistente di Cesare Cassina per i nuovi progetti e per la realizzazione di prototipi. Dopo aver lasciato Cassina nel 1991, ha disegnato il divano abbinato L'Homme et la Femme (1993), Tangeri (1994) e Angels (1996) per Edra; la poltrona "Girotonda" nel 1994 e il divano "Grand'angolo" nel 1995 per Adele C. Disegnare è la principale fonte di ispirazione per il suo design.

“Quando Francesco ha cessato la sua collaborazione con Cassina ha iniziato a lavorare con noi. Era il 1992. C’è stata da subito una grande intesa. Non parliamo molto, ma siamo due grandi osservatori a cui piace realizzare cose”. Tutto parte da un’idea, una suggestione o una visione anticipatrice. Come per il telaio interattivo del divano Flap, disegnato da Francesco Binfaré e lanciato nel 2000, che stupisce ancora per la sua modernità. Racconta Mazzei: “Francesco mi guarda e muove le dita della mano. ‘Vorrei un divano così’, mi dice”. E nasce Flap, evoluzione di un precedente prototipo a forma di foglia di fico, con la silhouette curvilinea che presenta delle ‘ali’ su entrambi i lati che si inclinano con varie angolature fino a diventare veri e propri schienali.

La sua estrema flessibilità funzionale è supportata da uno studio ingegneristico complesso: la base è in solido tubolare metallico mentre le parti mobili sono agganciate singolarmente su doppi meccanismi d’acciaio. Il basamento è in metallo spazzolato e cromato, mentre i piedi sono in metallo cromato, con finale antigraffio in alluminio e gomma. L’imbottitura è realizzata a mano con più di 180 pezzi diversi di poliuretano elastico e traspirante, che consente una seduta accogliente nonostante i complessi meccanismi interni. Non ultimo il suo rivestimento, studiato apposta per resistere ai continui movimenti delle “ali”.

Come racconta Monica Mazzei, vice presidente di Edra: “I tessuti con cui vestiamo ogni singolo pezzo sono studiati e realizzati da noi: come abiti ritagliati su misura. Ogni arredo ha le proprie caratteristiche e i tessuti che lo accompagnano sono parte del progetto”. Per questo Edra non ha una gamma di rivestimenti applicabile a ogni modello: ogni imbottito è un progetto a sé stante e si porta dietro il suo ‘vestito’ che ne esalta la forma e ha caratteristiche diverse di resa estetica, elasticità e resistenza. Uno studio complesso che accompagna tutte le storie raccontate dai divani di Edra.

Come nel progetto del divano On the The Rocks, suggerito a Binfaré dall’osservazione delle persone sedute, per delle ore, su spiagge rocciose. In quel periodo Valerio Mazzei aveva mostrato al designer un nuovo materiale che, indipendentemente dal baricentro e dall’inclinazione del corpo, era capace di assecondare una certa staticità. E proprio dall’unione di questo materiale e della visione iniziale si concretizza On The Rocks, composto da quattro elementi accostabili a piacere tra di loro (tre poligoni e un quadrilatero), da abbinare a schienali totalmente indipendenti, flessibili, spostabili, ma con un’aderenza totale alla base garantita da dischi di gomma termoformata. Le sagome, prive di scocca, sono modellate manualmente in una miscela di Gellyfoam® unita ad altre schiume, che ne garantiscono la morbidezza. Tocco finale, i tessuti: corposi e soffici, che completano la sensazione di comfort.

Quando Francesco Binfarè ha cessato la sua collaborazione con Cassina ha iniziato a lavorare con noi. Era il 1992. C’è stata da subito una grande intesa. Non parliamo molto, ma siamo due grandi osservatori a cui piace realizzare cose."

Tra le innovazioni brevettate, sempre alla ricerca di nuove soglie di comodità, il cuscino intelligente nato da un’idea di Francesco Binfaré: un guanciale all’interno del quale è collocato un meccanismo speciale che permette di inclinarlo in ogni suo punto con una breve pressione, ottenendo la posizione desiderata. Un brevetto utilizzato poi su diversi modelli tra cui Standard: un divano che libera il movimento e moltiplica all’infinito le composizioni possibili con sedute di forme regolari e irregolari, con profondità diverse, unite ognuna a un cuscino intelligente che funge da bracciale e da schienale, singolarmente reclinabili con movimenti fluidi, che permettono di vivere liberamente il divano a seconda dell’umore o della necessità individuale.

Un altro divano nato dall’occhio instancabile di Binfaré nei confronti della realtà, è Pack. “Un giorno Francesco mi parla di una foto che lo aveva colpito: un orso che si lasciava trasportare sopra una lastra di ghiaccio”, racconta Valerio Mazzei. Una metafora dello scioglimento dei ghiacci e della deriva della società. “Avevamo un prototipo di un divano geometrico, che aveva un parallelepipedo come schienale indipendente”, spiega Valerio Mazzei. “Francesco lo ha trasformato nella sagoma di un orso”.

Un progetto poetico che rivoluziona il paesaggio domestico creando un’immediata empatia con lo spettatore. La sensazione che si prova, adagiandosi sulla seduta che ricorda la banchisa artica, anche nel tessuto che ne evoca la texture, è quella di sedersi su di una nuvola: percezione rafforzata dal morbido orso/schienale rivestito in pelliccia ecologica. Il pregio dei divani di Edra è anche questo: farti sentire bene nel corpo ma anche nella mente. Sono capaci di toccare le corde del cuore provocando una reazione emotiva, risvegliando, a volte, ricordi assopiti.

Così nell’ultimo progetto presentato al Salone, il divano Grande Soffice, uscito dal flauto del “Pifferaio magico” (come Andrea Branzi definiva Francesco Binfaré, all’epoca in cui dirigeva il Centro ricerche di Cassina n.d.r.). “Vuole essere un divano rassicurante, quello che trovi nella casa dei nonni”, racconta Carlotta Palermo, communication manager di Edra. Appare morbido e invitante, quasi materno, ma con cuore innovativo: ti accoglie come un soffice abbraccio e si adatta ai desideri di chi lo usa. Questo è possibile grazie al cuscino intelligente, elemento chiave del progetto, che può regolarsi a piacere, anche separatamente, trasformandosi in bracciolo o schienale.

I tessuti con cui vestiamo ogni singolo pezzo sono studiati e realizzati da noi: come abiti ritagliati su misura. Ogni arredo ha le proprie caratteristiche e i tessuti che lo accompagnano sono parte del progetto."

Non ci sono limiti alle possibili posizioni: simmetriche o asimmetriche, informali o formali. Su questo divano ci si sdraia, si legge, si lavora , ci si rilassa: in pratica si vive in libertà, senza essere costretti ad adattarsi al divano, perché di fatto è lui a seguire i nostri desideri del momento, anche per quanto riguarda la sua posizione nello spazio.

Sulla filosofia di Edra, Valerio Mazzei sottolinea: “Non valuto un progetto in base al nome di chi l’ha ideato. Cerco le buone idee e le realizzo al meglio” E continua: “Adoro il mondo dei sommelier: loro si mettono davanti a una stesa di calici e non sanno che vino c’è dentro. Lo votano in base all’uso dei sensi. Ecco: vorrei che fosse così anche per l’arredo”. Un sorta di ‘degustazione’ del mobile quindi, dove le persone debbano provare prima le sedute, senza conoscere i brand o i designer che le hanno realizzate. E dopo giudicarle.

“Sotto la parola design, oggi, rientra davvero di tutto: anche un divano scomodo si giustifica. Per me sotto questo termine dovrebbe rientrare tutto ciò che è funzionale e che fa parte del bello, dell’elegante. Non amo le mode e non mi interessa essere un’azienda di tendenza: il mio obiettivo è fare cose di qualità che possano rimanere nel tempo”. Intraprendere un viaggio all’interno di Edra è un po’ come osservare l’eleganza intramontabile di un cigno che scivola sull’acqua: avanza senza apparente sforzo ma sotto le sue zampe si muovono con tutta la forza necessaria. Tu non le vedi, ma loro ci sono. E fanno la differenza.