La psicologa americana contribuì in modo fondamentale allo sviluppo di una cucina moderna, ergonomica ed efficiente

Figura pionieristica nei campi della psicologia industriale e dell'ingegneria, Lillian Moller Gilbreth sfidò le convenzioni sociali della sua epoca conciliando il suo ruolo di madre di 12 figli con i contributi innovativi sul design funzionale e sull’ergonomia. Il suo lavoro ha avuto un impatto duraturo, in particolare nello sviluppo dello "studio del movimento" e la sua applicazione nella progettazione di una cucina moderna ed efficiente.

Lillian Moller Gilbreth e lo studio del movimento

Il percorso di Lillian Moller Gilbreth (Oakland 1878 - Phoenix 1972) fu segnato da una ricerca incessante. Formatasi come psicologa, conseguì il dottorato presso la Brown University distinguendosi come una delle prime donne a ottenere un dottorato in psicologia. Questa base accademica, unita alla sua innata curiosità, gettò le premesse per la sua carriera multidisciplinare.

La ricerca innovativa di Lillian Moller Gilbreth si concentrava sullo "studio del movimento", un concetto rivoluzionario che combinava psicologia e ingegneria per migliorare l'efficienza e la funzionalità degli spazi.

Una prospettiva olistica che rivoluzionò la cucina

Il suo approccio pionieristico mirava a ottimizzare i processi di lavoro comprendendo gli aspetti psicologici e fisici del movimento umano. Questa prospettiva olistica preparò il terreno per la sua collaborazione con la Brooklyn Borough Gas Company, dove applicò le sue teorie per rivoluzionare il cuore di ogni casa: la cucina.

Gilbreth's Kitchen Practical

Alla fine degli anni '20, Lillian Moller Gilbreth presentò la sua opera migliore: Gilbreth's Kitchen Practical.
Questo innovativo design di cucina fu mostrato alla Women’s Exposition del 1929, segnando una pietra miliare significativa nell'evoluzione degli spazi domestici.

La cucina, un tempo un'area laboriosa e caotica, fu trasformata in un modello di efficienza e comodità grazie alle profonde intuizioni di Gilbreth riguardo al movimento e al flusso di lavoro.

La disposizione a L da lei ideata continua ad essere una delle opzioni più apprezzate per le cucine contemporanee.

La prova della torta

La prova dell'efficienza della nuova cucina fu verificata realizzando una torta di fragole. La torta venne preparata prima in una cucina tradizionale e poi nella cucina dell'Herald Tribune, che aveva le stesse attrezzature della prima, sistemate però in modo ergonomico.

I risultati di questo test furono sorprendenti perché il numero degli interventi in cucina venne ridotto da 97 a 64 mentre il numero dei passaggi effettivi passò da 281 a soli 45.

Non solo ergonomia ma anche design e ingegneria

La cucina di Gilbreth non era prettamente un ambiente funzionale, ma anche un’eccellente opera di design e ingegneria. Ogni dettaglio era stato studiato attentamente per massimizzare l'efficienza e migliorare l'esperienza quotidiana.

Gli utensili erano posizionati strategicamente, i ripiani erano ergonomici e lo spazio era ottimizzato per ridurre gli sprechi di tempo e movimento. Il nucleo della progettazione di Gilbreth risiedeva nell'analisi accurata dei movimenti necessari alla preparazione di un pasto.
Ogni gesto era finalizzato a ridurre lo sforzo e a incrementare la produttività.

La cucina, dunque, divenne uno spazio dove la forma e la funzione si fondevano in modo armonioso, anticipando di decenni gli attuali standard di progettazione degli ambienti domestici.

La sinergia tra università e imprese

La collaborazione di Gilbreth con la Brooklyn Borough Gas Company non solo ha prodotto una rivoluzionaria progettazione della cucina ma ha anche evidenziato la sinergia tra la ricerca accademica e le applicazioni pratiche. Il suo lavoro ha contribuito a porre le basi dell’ingegneria industriale e ha influenzato le generazioni successive di progettisti e psicologi.

Nonostante le aspettative sociali riposte sulle donne durante la sua epoca, il lascito di Gilbreth sfida gli stereotipi e sottolinea l'importanza di riconoscere il talento indipendentemente dal genere.

Dalla L alla U

L’impianto a L della cucina prevalse fino al 1948, quando Hazel K. Stiebeling, capo dell'Ufficio di Nutrizione Umana ed Economia Domestica, presentò un rapporto che annunciava una nuova era nella progettazione delle cucine.

L'Ufficio stava lavorando su progetti e disegni costruttivi per cucine con diverse disposizioni di attrezzature, tra cui la disposizione a U, L, U e L spezzate, e su disposizioni a pareti parallele.

L'obiettivo principale di questi progetti era ridurre al minimo la necessità di spostarsi, chinarsi e allungarsi, seguendo i principi consolidati di semplificazione del lavoro. Uno dei risultati più significativi fu la creazione della cucina a U, in grado di ridurre ancor più i passi.

Questo modello aveva una forma a U continua, dove il lavello era posizionato al centro della U, mentre il frigorifero e il piano cottura erano alle estremità. Tale disposizione consentiva alle casalinghe di accedere facilmente a tutte le aree di lavoro senza dover camminare molto.

Questi studi hanno dimostrato che l'analisi accurata dei movimenti da compiere, la posizione strategica degli utensili e il massimo sfruttamento dello spazio sono essenziali per creare cucine che semplificano le attività quotidiane, riducono lo sforzo fisico e migliorano l'esperienza complessiva degli utenti.

Inoltre, questi approcci hanno aperto la strada a una maggiore sinergia tra la ricerca scientifica e la progettazione pratica degli spazi domestici, dimostrando il potenziale della scienza nell'ottimizzazione degli ambienti in cui viviamo.

In copertina: Un’immagine della Gilbreth’s Kitchen Practical, cucina ‘a elle’ concepita da Lilian Moller Gilbreth negli anni Venti. Ph. Courtesy Purdue Archive.

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