Quando la chef è donna, alle competenze culinarie si associa un certo modo di allestire la tavola e arredare la location. E i risultati sono sorprendenti

One Four Two: cosa significa questo numero? Insomma, un tempo ai ristoranti si davano dei nomi espliciti, evocativi, che si riferivano alla località dove erano insediati (alla Scogliera, per esempio), al nome del proprietario (da Peppino, un classico) o alla proposta del menù (Mari & Monti, un iper classico).

E invece Sandra Ciciriello, mente e anima di questo locale milanese nel cuore di porta Genova, ci propone un numero, forse una formula…

“Il numero” spiega, “è un riferimento al concept del locale: ‘uno’ sta a indicare un unico spazio, che vive per ‘quattro’ momenti della giornata, attraverso ‘due’ anime integrate, la sala e la cucina”.

Sandra Ciciriello, founder del 142 in Corso Colombo 6 a Milano

Sandra, che aveva già ottenuto una stella Michelin nel suo precedente ristorante, grande esperta di mercati ittici, per 142 ha preferito spostarsi dalla cucina alla sala ideando una location informale e molto confortevole in cui lo spazio operativo degli chef diventa parte integrante del locale. “Volevo che 142 fosse vivo in tutte le ore della giornata: dal breakfast al pranzo, dall’aperitivo alla cena”. Il motivo?

“Si tratta di un approccio più internazionale e, inoltre, crea maggiore fidelizzazione perché i clienti sanno che possono venire da noi per il lunch di lavoro così come per l’aperitivo”. Per questo occorrono più figure competenti.

Oltre a Sandra Ciciriello, founder del locale, ci sono in cucina lo chef campano Nello Barbieri, la sous chef sarda Chiara Orrù e il pastry chef ternano Alessandro Montanari.

Il progetto di interior è invece stato firmato da Giorgia Longoni: specchi, che dilatano gli spazi, lampadari vintage, sedie di ispirazione anni Cinquanta. Il progetto della cucina, totalmente tailior made, è stato invece eseguito da Fabio Ferrandino di Marrone.

Vasiliki Pierrakea di Vasiliki Kouzina in via Clusone 6 Milano

Il ristorante Vasiliki Kouzina ha il nome della sua proprietaria Vasiliki Pierrakea, una elegante signora greca che ha portato le atmosfere e i sapori di casa nel cuore di Milano aprendo un locale che racconta, attraverso il cibo, la storia del suo Paese.

“Il mio locale”, spiega “propone una cucina diversa da quella che tutti conoscono nelle taverne greche: con un menù ricco di contaminazioni mediterranee e balcaniche, perché la Grecia è una terra ibrida nata da incontri e da attraversamenti di tanti popoli nel corso dei secoli”.

Per l’interior, Vasiliki si è affidata al suo gusto personale, tinteggiando il locale con colori caldi del Mediterraneo, inserendo arredi informali di sapore vintage e, soprattutto, studiando con attenzione l’illuminazione affinché ci fosse una luce accogliente sopra ogni tavolo.

In cucina c’è Gikas Xenakis, che nel 2020 ha ricevuto il premio come miglior cuoco greco dalla guida Gault & Millau.

Nato a Tebe, Gikas lavora sul recupero di piatti tradizionali legati alla sua infanzia uniti a piatti balcanici, e in entrambi i casi si avvale di piccoli produttori locali che garantiscono qualità rispettando il territorio.

Milano ha accolto con entusiasmo le proposte di Vasiliki apprezzandone la filosofia.

“Spesso racconto ai miei ospiti un motto del mio amato nonno che mi ha aiutato molto nella vita. Diceva: Buttati su tutto, basta sapere come e quando uscirne… e se torni indietro e non sai mangiare, bere e amare, anche se hai fatto tutto il resto, per me hai fallito”.

Articolo di Anna Martinelli