Orient Express, La Mamounia a Marrakech e l’Excelsior Venice Lido a Venezia: ecco come vivono ancora i luoghi del turismo dantan

La Mamounia, l’Orient Express, l’Excelsior Venice Lido sono tra i luoghi sacri del turismo vintage. Luoghi che la storia ha consegnato al mito, assurti al ruolo di reperti di un’epoca definitivamente tramontata.

Quella in cui i viaggi duravano settimane, il tempo non era fermo ma andava lentamente e, soprattutto, nessuno aveva la sensazione di non averne. Eppure La Mamounia, l’Orient Express, l’Excelsior Venice Lido sono sempre lì, al loro posto, vivi e frequentati, pronti a entrare ancora e ancora nella memoria di chi si ferma per qualche giorno nelle loro stanze.

Il turismo vintage: un lusso per pochi?

Una vacanza per pochi? Indubbiamente. Un lusso inadeguato ai tempi? Dipende. Perché esistono molte buone ragioni per conservare la bellezza e trasformarla in un frammento di storia che arriva intatta fino a noi.

È una testimonianza di devozione al saper fare dell’uomo, alla cultura, a un lignaggio di civiltà che si perde nei tempi e si riverbera in un’attualità – quella del turismo vintage – che di bellezza ha sicuramente molto bisogno.

Come si tengono vivi questi luoghi, senza cadere nella nostalgia?

Agli architetti e ai designer chiamati a ridare lustro e a immergere in un frame contemporaneo lo sfarzo del turismo storico ed esclusivo è richiesto innanzitutto un dialogo spontaneo e colto con il concetto di lusso.

Un atteggiamento progettuale che deve momentaneamente sorvolare sulle incongruenze con il contemporaneo e trovare una quadra per le complessità tecnologiche e il diverso uso delle infrastrutture. Ma il lavoro naturalmente è soprattutto sulle scelte estetiche, nel tentativo di conservare e rendere viva la grandeur del passato, senza indulgere nella nostalgia.

La conoscenza profonda della cultura artigianale e la relazione con chi la pratica quotidianamente sono il vero segreto di una bellezza che pare eterna e immutabile.

Immaginare un luogo di lusso archetipico come parte dell’evolversi di questo mondo, magari per dar vita a un turismo vintage di lusso, non è semplice. Eppure tutto continua, non certo in modo imperturbabile, ma solido.

L’Orient Express riparte nel 2025

L’Orient Express, per esempio, ricomincerà nel 2025 a viaggiare regolarmente su diverse tratte europee. Già all’epoca della sua costruzione, nel 1883, era destinato ad essere un treno di lusso, progettato per una clientela abbiente che approfittava dei prodigi delle sempre più diffuse ferrovie per trasformare il viaggio attraverso l’Europa in un’esperienza culturale itinerante, una versione moderna e su rotaie del Grand Tour.

La bellezza delle carrozze e l’innegabile fascino del viaggio verso il Medio Oriente contribuirono a costruire quell’atmosfera di mistero che ispirò Agatha Christie alla scrittura del suo giallo Assassinio sull’Orient Express, diventato poi un celebre film per la prima volta nel 1974 e ripreso da Kenneth Branagh nel 2017.

Con l’avvento dei voli aerei, l’Orient Express entrò lentamente in un inevitabile declino. L’intelligenza del progetto odierno si rivela in una strategia precisa della holding Accor, che ha recuperato le carrozze dimenticate nelle varie stazioni d’Europa, 13 delle quali al confine con la Bielorussa.

Gli artigiani di un tempo e quelli di oggi per rimettere sui binari l’Orient Express

Ripercorrere le orme di un atteggiamento progettuale analogo a quello che negli anni Trenta coinvolse artigiani come René e Suzanne Lalique e René Prou nel design delle nuove carrozze pullman. Il futuro Orient Express tornerà a viaggiare nel 2025 dopo essere stato completamente ripensato dal designer Maxime d’Angeac e ricostruito da una squadra di artigiani francesi seguendo un progetto in equilibrio fra passato e presente.

“È stata innanzitutto una sfida tecnica”, commenta d’Angeac. “È un complesso oggetto in movimento definito dal ritmo e delle leggi di gravità, attraversato dalla rivoluzione tecnologica e dalla storia del design”.

Ispirazione: Le Corbusier

L’ispirazione viene dal concetto di Modulor di Le Corbusier, mitigato dalla costante ricerca di comfort e, naturalmente, di lusso.

“Tutto è iniziato con disegni, schizzi e modelli realizzati a mano. Un lavoro meticoloso. Proprio come prima. Mettendomi nei panni dei suoi creatori, da René Prou a Suzanne Lalique, ho provato a reinterpretare le vicende di questo leggendario treno, senza alcuna nostalgia, ma con il desiderio di prolungarne la storia, di farci trasportare altrove. Come in un sogno”.

La Mamounia compie 100 anni

Un racconto più semplice è quello de La Mamounia di Marrakech, che compie cent’anni.

Arset El Mamoun è il nome originario del sontuoso frutteto di dodici ettari che nel 1923 la Royal Moroccan Railway decise di trasformare in uno degli alberghi più belli del mondo. Frequentata da intellettuali e star dello show business fin dagli anni Cinquanta, La Mamounia è stata il set de L’uomo che sapeva troppo di Alfred Hitchcock, ospite abituale della Grande Dame.

Negli anni Settanta il jet set bohémien la elegge come meta ideale: i gruppi rock più iconici dell’epoca non potevano non soggiornare a La Mamounia, riconosciuta come un’oasi di pace in grado di ispirare libero sfogo alla creatività: i Rolling Stones trascorsero qui le loro vacanze nel 1968, mentre Paul McCartney compose qui la canzone Mamounia: era il 1973.

Il rinnovamento degli anni Duemila

Ristrutturato più volte a partire dagli anni Cinquanta, l’hotel ha subito un importante rinnovamento dal 2006 al 2009, guidato dall’architetto francese Jacques Garcia, che ha conferito all’edificio viste inedite e ha collaborato con artisti e artigiani locali per gli interni.

Nel 2020, dopo diversi mesi di ristrutturazione sotto la supervisione dello studio di architettura Jouin Manku, La Mamounia ha riaperto nuovamente le sue porte agli amanti del turismo vintage.

Il progetto di Jouin Manku

Anche in questo caso il restyling ha coinvolto gli artigiani locali, capaci di ricreare pazientemente dettagli intorno alla naturale evoluzione funzionale degli spazi. “La prima volta che abbiamo visitato La Mamounia, abbiamo avuto la strana e confortante sensazione del lento passare del tempo, della semplificazione della vita”, sostiene il team che ha lavorato al progetto.

Partendo dall’idea di tranquillità e di un succedersi naturale di spazi e di gesti, lo studio francese ne ha rielaborato il potenziale, lavorando sull’idea di un lusso che nasce dall’abilità degli artigiani e dalla loro capacità di dare a ogni dettaglio il pretesto per diventare decoro, bellezza, armonia.

Fondamentale il rispetto delle origini di questo spazio, pensato per essere un prezioso regalo di nozze nel XIX secolo: un giardino e un frutteto nel cuore di Marrakech.

Importante anche la continua citazione dei soggiorni di personaggi dello spettacolo e della politica che hanno fatto la storia e che, per un’illusione della memoria, aleggiano ancora negli spazi dell’albergo.

Excelsior Venice Lido: 15 nuove suite

L’ultima notizia per gli appassionati del turismo vintage è l’apertura di quindici nuove suite dell’Excelsior Venice Lido affacciate sull’orizzonte della storica spiaggia veneziana. Situate al quinto piano dell’hotel, rappresentano la prima fase della ristrutturazione degli interni, dopo il complesso restauro delle ampie facciate, caratterizzate dallo stile moresco, con una importante valenza storica e architettonica.

Il general manager Alessio Lazazzera mette in evidenza il complesso e continuo lavoro di restyling dell’hotel, che dal 1932 ha un legame costante con la Mostra del Cinema (qui fu proiettato per la prima volta Dottor Jekyll e Mister Hyde nel 1941): è l’albergo scelto dalle star, nostrane e hollywoodiane, per prepararsi al red carpet del Festival.

Ed è un luogo particolarmente amato da Paolo Sorrentino, che forse qui ritrova le atmosfere opulente de La grande bellezza.

“Preservare la sua ricchezza è un’opera complessa, che abbiamo avviato in questi anni e che proseguirà nel corso dei prossimi mesi, così da poter tutelare e rinnovare questo capolavoro di architettura dedicato all’ospitalità”.

Conservare non solo l’architettura, ma anche la memoria di una delle scene più belle della storia del cinema, girata nel 1984 da Sergio Leone nella Sala degli Stucchi dell’albergo.

“L’atmosfera delle nuove camere omaggia il classico gusto veneziano, grazie a una combinazione di stile rinascimentale con un tocco moderno”. Imponenti lampadari in vetro, a richiamare la tradizione di Murano, dominano la scena, resa ancor più luminosa da un gioco di luci creato dalle ampie finestre e dagli specchi.

Gli arredi caratterizzati da dettagli e accessori raffinati, insieme alla palette di colori pastello, con il verde dominante e un rosa tenue, accrescono il fascino romantico delle camere che si aprono a perdita d’occhio sull’Adriatico.

Foto di copertina: Il Lounge Bar dell’Orient Express che torna a viaggiare nel 2025.