In una zona residenziale ai margini di Tel Aviv, una spa che parla di silenzio e natura, leggerezza e luce, tra specchi d’acqua e verde riconquistati solo e soltanto ad uso personale

La bellezza ha tanti colori e quelli di una spa riescono ad essere particolarmente ammalianti. Nella fattispecie lo sono le linee essenziali, le geometrie pure e l’estetica minimale di un padiglione di vetro che accoglie il benessere intorno all’acqua come possibilità di esperienza quotidiana ad personam.

L’edificio di 270 metri quadri, che si adagia nel verde di una zona residenziale nei dintorni di Tel Aviv, è stato progettato dallo studio israeliano Pitsou Kedem Architects per un committente che coltivava da tempo l’idea di costruire un’oasi di pace e silenzio, spoglia del superfluo, su un terreno non lontano da casa, ma in una dimensione di totale indipendenza.

Da questi presupposti, il rifugio nel quale ritemprare corpo e spirito ha assunto la forma monolitica di un volume in cemento che appare come sospeso sugli specchi d’acqua che lo avvolgono su tre lati lungo il perimetro esterno, in rapporto ai quali l’edificio si smaterializza con vetrate a tutt’altezza.

“La chiave del progetto è stata proprio quella di configurare una struttura che non separasse interno ed esterno, restituendola come parte integrante del giardino”, spiegano gli architetti, che hanno tratto ispirazione nel concept da due capisaldi della cultura architettonica: il ricordo delle spa orientali, veri e propri templi del wellbeing, ma anche il modernismo evergreen del Padiglione di Mies van der Rohe a Barcellona.

L’eterea costruzione, equilibrata e armoniosa nel dialogo con il contesto, viene valorizzata dalle peculiarità di un piano di copertura che è stato pensato “come l’ala di un aeroplano, a definire un confine privo di pilastri”, raccontano.

Questo elemento performante, quasi fluttuante nello spessore sottile di otto centimetri, è stato realizzato con uno speciale sistema in alluminio prodotto da Vitrocsa che consente alle vetrate sottostanti, ad esso relazionate, un’apertura senza soluzione di continuità verso le vasche d’acqua e il giardino.

Il quarto lato del padiglione si affaccia invece su una parte più esposta a sguardi indiscreti.

Qui un muro di cemento a vista e una serie di pattern metallici diventano i protagonisti della privacy dell’ospite, consentendogli di scorgere, dentro una densa texture che richiama la figura di una mashrabiyya, che cosa succede al di fuori.

Il volume della spa organizza nello spazio interno una zona d’angolo dedicata al fitness con le macchine, una centrale per la sauna e il bagno turco rivestita all’esterno con pannelli di legno dorato a tutta altezza e, accanto, una confortevole lounge di sapore più domestico, attrezzata anche con una sofisticata cucina a isola in metallo di design italiano.

Non solo. Lo sviluppo del progetto ha previsto in un secondo corpo di fabbrica separato la configurazione di un’articolata zona notte con servizi dedicati, deputata al riposo e all’intimità.

In linea tra di loro, i due volumi sembrano essere un tutt’uno sotto la copertura piana. In realtà sono distanziati da un passaggio pedonale open air che funge da asse visivo anche tra le due metà del giardino, anteriore e posteriore, aprendosi a una prospettiva verde continua alle estremità.

Il fascino di questa architettura che gioca con effetti di fluidità e dissolvenza percettiva si completa alla fine nel dialogo con la luce: quella del sole si riflette nella calma distesa degli specchi d’acqua e quella artificiale si ricalibra con suggestivi effetti spaziali all’imbrunire.

Quando si accendono le luci, la struttura “fluttuante e priva di pilastri” acquisisce infatti un dinamismo che ne sottolinea ulteriormente la luminosità e la leggerezza.

Foto di copertina: Vista del padiglione vetrato che, sotto la snella copertura in alluminio di Vitrocsa, organizza sulla sinistra la zona fitness con macchine Technogym, al centro il volume dedicato a sauna e bagno turco rivestito esternamente con pannelli di legno a tutt’altezza e sulla destra la lounge dell’ala abitativa, cui si integra una cucina a isola in metallo di Boffi.