Dall'8 marzo al 12 giugno l'ADI Design Museum ospita una mostra sui due grandi maestri che furono, per molti versi, personalità opposte: un racconto a due voci che sfocia in un'eccellente sintesi del design italiano

Il modo migliore di visitare la mostra Marco Zanuso e Alessandro Mendini. Design e architettura (all'ADI Design Museum dall'8 marzo al 12 giugno) è di pensarla come un sito web, di quelli fatti bene. Cioè come un racconto che si può leggere da più punti di vista, prendendo come punto di partenza la fine o partendo dall'entrata canonica, passando da un tema all'altro e da una disciplina all'altra - come si fa con gli hyperlink - senza mai perdere il senso del tutto. Che è duplice.

Da un lato, infatti, la mostra racconta che l'essenza del design italiano viva attraverso le sue due anime: quella artistica-ribelle, incarnata da Alessandro Mendini, e quella squisitamente industriale, da Marco Zanuso. Dall'altro traduce il desiderio dell'ADI - che ai tempi del post-modernismo di cui Mendini fu un grande rappresentante era soprattutto focalizzata sul design industriale - di riconoscere il ruolo fondamentale della poetica del Maestro, incentata sullo storytelling, nella contemporaneità.

Nelle parole di Luciano Galiberti, Presidente ADI: "Marco Zanuso ha vinto 7 compassi d'oro, è stato Presidente dell'ADI e ne ha orientato per anni lo sviluppo. Mendini, il cui lavoro è comunque stato riconosciuto con 2 compassi d'oro, rappresentava invece quella spinta al design narrativo la cui portata forse sfuggiva ai tempi ma che ora è totalmente incorporata nel design italiano, in bilico tra la produzione industriale e la piccola serie. I due Maestri rappresentavano due modi di progettare che a loro tempo sembravano contrapposti ma non lo erano (come si evince dal lavoro di ricerca presentato da questa mostra). E che, infatti, si sono fusi nella contemporaneità che viviamo ora".

“Oltrepassando lo stesso contesto italiano” sottolinea Pierluigi Nicolin, curatore, “possiamo vedere come le tematiche moderniste ‘forti’ alla Zanuso e quelle postmoderniste ‘deboli’ alla Mendini si fondano sulla capacità di invalidare le premesse da cui partono e, nel particolare ‘viaggio sentimentale’ che li accomuna, vedere come ciascuno finisca per negare a modo suo l’esistenza di un confine invalicabile alla propria esperienza”.

 

Curata da Pierluigi Nicolin, la mostra è il risultato di un lavoro a più mani. La curatela delle sezioni dedicate ai Maestri è stata affidata a Nina Bassoni (Mendini) e Gaia Piccarolo (Zanuso). Maite Garcìa Sanchis si è invece occupata del coordinamento scientifico, ha curato la sezione Ritratti. Il progetto espositivo è dello Studio Nicolin in collaborazione con Maite Garcìa Sanchis e Leonardo Sonnoli (che, insieme a Irene Bianchi) ha curato anche la grafica e la comunicazione.

La mostra si articola su dodici capitoli, simmetricamente suddivisi in sei più sei, che si sviluppano lungo lo spazio centrale del museo. Comfort, Nuova Estetica, Grande Scala, Costruzione Modulare, Innovazione e Muri in Pietra le sezioni dedicate a Marco Zanuso; Alchimie, GlobalToys, Decorazioni, Musei, Case, Testo e Immagine quelle dedicate ad Alessandro Mendini.

La mostra si percorre lungo l'asse centrale, con i lavori dei Maestri esposti a destra e a sinistra, oppure dai lati (dove si trovano approfondimenti sulle tematiche trattate sul decumano). Il gioco di rimandi tra la sezione dedicata a Mendini e quella dedicata a Zanuso è continuo: interessante, a volte divertente, spesso sorprendente.

A conclusione del percorso un’installazione speciale negli spazi dedicati ai premi del Compasso d’Oro alla carriera, dove due episodi offrono sia la vista degli iconici ritratti ad opera di Roberto Sambonet, sia una sintesi della vita e delle opere dei due protagonisti.

Particolarmente interessante anche l'allestimento, dall'estetica e dalla funzionalità flat-pack (è riutilizzabile e personalizzabile per altre mostre a venire): blocchi pieni e vuoti realizzati in pannelli impiallacciati su cui sono stati posizionati gli oggetti e stampate le immagini e i testi. Questi ultimi non sono da intendersi come 'spiegazioni' dei prodotti in mostra quando elementi del racconto essi stessi, in un unicum decisamente contemporaneo che trasforma la mostra in uno strumento di comunicazione.

L'allestimento è stato pensato per essere particolarmente accattivante quando la luce del giorno si smorza e il progetto illuminotecnico (di Artemide) mette in risalto le opere e il percorso.

Marco Zanuso e Alessandro Mendini. Design e architettura. All'ADI Design Museum dall'8 marzo al 12 giugno.

Cover photo: © Martina Bonetti