Legno e tessuto
Anche la scelta del materiale protagonista dell’arte di Morella fa parte di questa evoluzione 2.0: il cielo stellato che fa da sfondo alle più recenti pere è infatti realizzato con un tessuto nero, su cui sono state poi cucite lettere e parole braille in declinazione stellata.
In questo caso l’esperienza tattile si ritrova nella ruvidità dell’opera tessile, completamente distante dalle sensazioni classicamente trasferite dal legno.
Per queste nuove formule Morella ha scelto alcune citazioni di Nietzsche: come a dire che il braille supera un limite, si avvicina al cielo elevandosi dalla mera materia attraverso il tatto.
“Mi piace fare ricerca, andando oltre la mera estetica che comunque per me è fondamentale, e lavorare anche con la simbologia. Per esempio per alcune opere ho utilizzato un legno fossile che avesse la stessa età della città di Roma, e che ho cercato per molto tempo: quindi 2800 anni, come quelli convenzionalmente contati dal riconoscimento della fondazione della città”.
Il bello di visitare la mostra di Morella è che nessuno può avere la visione completa di quello che sta fruendo: un vedente, può osservare le opere, toccarle e provare a immaginare il messaggio che il testo braille sta comunicano; un non vedente, al contrario, sarà immerso nelle sensazioni tattili, comprendendo e assimilando immediatamente la frase incisa, ma senza coglierne l’aspetto estetico.
Davanti alle opere di Morella siamo tutti fruitori parziali, diversi e simili nello stesso modo. Perché nessuno ha il dominio completo della realtà.