Il tema della prima edizione della London Design Biennale è Utopia by Design e vuole celebrare il 500° anniversario dalla pubblicazione di classico di Thomas More Utopia (1516).
I curatori di White Flag, l’installazione della Triennale Design Museum, Silvana Annicchiarico e Giorgio Camuffo, hanno selezionato 20 designer italiani.
20 come i giorni di durata della London Design Biennale. A ogni designer è stato chiesto di disegnare una bandiera bianca, caricandola di segno, senso, significato per comunicare il valore della tregua, della resa, individuata dai curatori come contemporanea metafora dell’utopia, intesa non più come gesto di costruzione, ma come atto di decostruzione.
Il primo giorno le 20 bandiere saranno piantate su una mappa geografica del mondo opportunamente ridisegnata: bandiere che sventolano, bandiere che si muovono. Ma anche questa tregua, come tutte le altre, è sottile, fragile, ha un tempo limitato.
Per questo ogni giorno una bandiera scomparirà, e in luogo della bandiera apparirà un oggetto scelto o disegnato dallo stesso designer.
Un oggetto come sorta di offerta, di dono, di scambio simbolico. A indicare una via, a testimonianza che ci si fa carico in forma concreta di una restituzione e di una indicazione verso il mondo e verso il design. Un’installazione in divenire.
Alla fine, l’ultimo giorno, non ci saranno più bandiere ma un paesaggio oggettuale. Una sorta di offertorio generato nel tempo della tregua.
I designer
Antonio Aricò; Associato Misto; Marco Campardo and Lorenzo Mason; Cristina Celestino; Matteo Cibic; CTRLZAK Studio; Francesco D’Abbraccio (Studio Frames); Folder; Alessandro Gnocchi; Francesca Lanzavecchia (Lanzavecchia + Wai); Lucia Massari; Giacomo Moor; Eugenia Morpurgo; Rio Grande (Lorenzo Cianchi, Natascia Fenoglio, Francesco Valtolina); Sovrappensiero Design Studio; Alessandro Stabile; Studio Gionata Gatto; Studio Zanellato/Bortotto; Gio Tirotto; 4P1B Design Studio.