Più di 100 eventi, 150 ospiti internazionali, 65 progetti didattici: Valencia World Design Capital 2022 raccontata da chi l’ha progettata

Valencia, epicentro del design del Mediterraneo, si appresta a vivere il nuovo anno come World Design Capital 2022 con un palinsesto ricco di eventi: più di 100 tra mostre, incontri e inaugurazioni che vedranno impegnati 150 ospiti internazionali e si affiancheranno a 65 progetti didattici.

Di Valencia World Design Capital 2022 come progetto abbiamo parlato con Xavi Calvo, direttore della manifestazione che, insieme al direttore generale Bertrand Derome, al direttore del programma Corinna Heilmann, e a Silvia Flórez, direttrice della Design Community, ha presentato alla stampa il programma ufficiale di Valencia World Design Capital 2022.

“La nomina a World Design Capital 2022 non è un traguardo, né un evento da circoscrivere al prossimo anno”, ha detto Calvo. “La nostra intenzione è attivare un processo virtuoso partendo dalla storia di questa città, da sempre terra di creatività e di cultura del design. Valencia è una delle capitali della produzione della seta dal 1500 ed esportatrice di agrumi: attività che hanno fatto crescere generazioni di grafici e stampatori per la creazione di etichette e manifesti.

È anche patria della ceramica tradizionale, dell’industria del giocattolo e della grafica: non è quindi un caso che moltissimi designer si siano formati sul suo territorio. Il titolo di World Design Capital, dunque, rappresenta una duplice opportunità per Valencia: attirare l’attenzione internazionale su tutto ciò che si crea e si produce nella nostra regione e lasciare in eredità un sistema eco-sostenibile radicato nel territorio in cui il design diventi uno strumento fondamentale per migliorare il benessere sociale e lo sviluppo economico”.

Per raggiungere questo obiettivo nel 2021 si è lavorato per costruire un ecosistema di alleanze fra le imprese, iniziative didattiche per le scuole e partnership internazionali, come l’ingresso nella New European Bauhaus il programma europeo che unisce arte, cultura, design, architettura, inclusione sociale, scienza e tecnologia per progettare futuri modi di vivere.

“L’impulso di Valencia World Design Capital 2022  è quello di catalizzare le forze già attive nella cultura e nel design” continua il direttore Xavi Calvo. “Nella nostra comunità, dove molti artisti e designer stranieri hanno il loro studio, sono numerose le imprese artigianali e industriali che sperimentano con successo nuove tecniche e si affacciano su nuovi mercati grazie al design. La sfida oggi è arrivare a chi ancora considera il design come qualcosa di frivolo.

Per questo la scelta dei temi che saranno trattati nel 2022 sono particolarmente strategici: dalla salute al benessere, dall’artigianato locale all’innovazione economica, dal patrimonio e identità all’educazione, dall’inclusione alla sostenibilità. Il design lavora per un mondo migliore, a partire dalla salute - come ci ha ricordato l’emergenza pandemica - e dalla socialità. Non basta trasformare un parcheggio in una piazza. Occorre offrire alle persone servizi e opportunità, dialogando con altre discipline, dall’architettura all’urbanistica”.

Salute, innovazione, inclusione e sostenibilità, insomma, sono le nuove parole chiave per chi progetta.

“Non da oggi, però, e Valencia in questo è un modello. Basti pensare alla scelta di trasformare l’ex letto del fiume Turìa (deviato per motivi di sicurezza) in un parco che attraversa la città per 7 chilometri, andando oltre il concetto di centro o periferia. O alla creazione di isole pedonali e di percorsi di mobilità sostenibile, come al riutilizzo delle costruzioni create l’America’s Cup per l’università” spiega Luisa Bocchietto, architetto, designer e membro della WDO, World Design Organization di cui è stata presidente dal 2017 al 2019, una delle principali sostenitrici della nomina di Valencia che, due anni fa, si giocava la sfida con Bangalore, la capitale dello stato indiano del Karnataka.

“Dopo Lille, nel 2020, per me è stato naturale sostenere un’altra città europea” continua Bocchietto. “Non è una forma di chiusura, al contrario: per noi Valencia è un gate verso il mondo ispanico e il Sudamerica. Sono così convinta del ruolo fondamentale delle città come laboratorio di idee e occasione di applicazione del buon design che, a conclusione del mio mandato, nel 2019, durante l'assemblea plenaria in India, a Hyderabad, ho proposto di includere nell’organizzazione mondiale del design anche le città: non come semplici partner, ma in quanto membri attivi.

La proposta ha avuto successo perché lo slogan Dal cucchiaio alla città di Nathan Roger era una cosa vera ieri ma oggi si sta concretizzando. Per 100 anni, dal 1920, abbiamo lavorato sul binomio forma-funzione di Adolf Loos. Adesso, invece, il buon design è quello sostenibile dalla fase di progettazione alla fine vita di un prodotto”.

Tanti gli appuntamenti a partire da gennaio, due momenti clou: a giugno, per il Design Festival, e a novembre, quando architetti e designer di tutto il mondo saranno a Valencia per discutere di politiche del design.

Per il programma dettagliato: www.wdcvalencia2022.com

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