Quando e da dove sorge la vostra idea di paragonare/trasferire il concetto del funzionamento del metabolismo in natura all’architettura e alle città, di fatto prodotti non naturali?
Lydia Kallipoliti: "L’uso del concetto ‘metabolismo’ non è certo nuovo, ci sono chiari collegamenti con il movimento metabolista giapponese degli anni 50 e 60. Il nostro uso, però, è diverso, perché lo trattiamo letteralmente. Mangiando ingeriamo il pianeta e il pianeta, a sua volta, diventa il depositario delle nostre escrezioni. Questa relazione reciproca e primordiale di interdipendenza è percepita attraverso l’architettura che in molti modi fornisce il mezzo in cui avvengono il consumo e la decomposizione delle risorse, così come il riparo del corpo.
In altre parole, una comprensione e un’applicazione alternativa della materialità, secondo noi possono contribuire a reimmaginare la natura estrattiva, consumistica e contaminante dell’ambiente costruito. Se negli anni 50 il concetto di metabolismo era una metafora per pensare alla crescita degli edifici in relazione alla rapida crescita della società, le domande che ci poniamo oggi non sono legate agli esiti formali del progetti, ma al più ampio contesto geopolitico."
Nel processo classico del fare architettura si consuma una certa dose di risorse, cosa intendete, invece, per creare architettura generando risorse?
Lydia Kallipoliti: "Con il tema Edible, ci avviciniamo al cibo sia letteralmente che metaforicamente. Da un lato, attraverso il cibo esploriamo strategie architettoniche di produzione locale e di autosufficienza, come l’agricoltura urbana e le energie rinnovabili. Dall’altro analizziamo i sottoprodotti della vita urbana per esplorare percorsi alternativi che limitino la perdita di risorse.
Considerando l’architettura come cibo ed esplorando modelli per il riutilizzo di energia, riteniamo che la ricerca possa creare nuovi percorsi per la progettazione di abitazioni suggeriti dal ripristino di materiali organici e dal rimessa in circolo delle risorse. Il tema della mostra svela e ridisegna le affinità dell’ambiente costruito come prodotto di molte forze, risultato delle tensioni tra prodotti e sottoprodotti, produzione e consumo e, infine, creazione e decomposizione."