Un labirinto di vicoli bianchi e tetti in pietra, un ambiente seducente che fonde arte contemporanea, espressione creativa e linguaggi non convenzionali.

L’arte di Felice Limosani sbarca a Locorotondo, nell’entroterra pugliese, con una serie di installazioni di luce che diventano racconti – Untaggable Stories – che dipingeranno d’emozioni gli spazi del Locus Festival, rassegna internazionale dedicata alla musica contemporanea sostenuta da Audi, brand da sempre vicino all’avanguardia artistica.

Felice Limosani ha creato, per l’occasione, un dialogo che porta a riflettere sul tema della non-taggabilità (non classificazione), attraverso i pensieri che alcuni personaggi significativi del secolo scorso da Pasolini a Saint Exupery. Si tratta di vere e proprie interpretazioni che mettono in scena attraverso la luce alcune espressioni con cui la non-taggabilità si manifesta: atmosfera, musica e creatività.

La metafora artistica fa il resto riuscendo a trasformare le antiche mura bianche del borgo in fogli bianchi su cui lettere e simboli luminosi si fondono con le tipiche ‘cummerse‘ di uno dei borghi più belli d’Italia.

Tubi fluorescenti, video proiezioni e lampade cinetiche per mettere in evidenza come essere ‘untaggable’ sia uno dei valori del nostro tempo. Se Tag è il termine universalmente impiegato per la riconoscibilità nei contesti virtuali, untaggable (non-taggabile) significa quindi non etichettabile: libero da definizioni e classificazioni.

Una dimensione di cui Felice Limosani è stato un pioniere e uno dei maggiori esempi di come la trasversalità dei linguaggi e l’approccio creativo e concreto, siano le premesse di una mentalità che tra immaginazione e concretezza apre nuovi percorsi espressivi.

Due grandi mani di luce custodiscono, come fossero uno scrigno, un cuore richiamando il pensiero di Pier Paolo Pasolini“Qual è la vera vittoria, quella che fa battere le mani o battere i cuori?”. Su una facciata la scritta Try-Try-Again rimanda ad un antico adagio, secondo cui “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”. 

A farle da eco, il monito di Nelson Mandela, “Sembra sempre impossibile, finchè non viene fatto” che la luce compone con le parole Challange – Change, poi quello di Saint-Exupery“Fai della tua vita un sogno, e di un sogno, la realtà” racchiuso nelle immagini di un’astronave, una stella e la terra.

Nuove forme di racconto, non contrapposte ma impegnate anche ad esaltare le presenze che testimoniano il passato. Così è la video installazione nella Chiesa Madre di San Giorgio che offre agli spettatori una percezione inedita della facciata barocca: un dialogo tra la luce, musica e architettura che trasforma l’atto del guardare e del sentire in una vera esperienza sensoriale.